l'esultanza di Gaddini dopo il gol alla Sangiovannese

Mattia Gaddini ha messo la firma sul sorpasso ai danni della Pianese. I suoi 5 gol nelle ultime cinque giornate sono stati decisivi per la rimonta e ne hanno confermato l’abilità sotto porta. Rapido, scattante, a volte troppo generoso, in estate scelse l’amaranto nonostante le offerte dalla C. E i fatti, in attesa degli ultimi 11 turni di campionato, gli stanno dando ragione

Cinque gol nelle ultime cinque giornate di campionato. Da quando ha lasciato l’infermeria per fare ritorno in campo, Mattia Gaddini ha trascinato la squadra alla rimonta in classifica, mettendo il suo personale sigillo sul controsorpasso alla Pianese. L’Arezzo adesso è di nuovo primo a +2 sui bianconeri e potrebbe trattarsi del vantaggio decisivo nella volata finale. O almeno, è quello che sperano i tifosi.

Lucchese di nascita, cresciuto nel Tau Altopascio e poi nelle giovanili dello Spezia, Gaddini ha compiuto 20 anni a dicembre. E’ giovane, è ancora un under ma non è più un ragazzino e l’età sembra quella giusta per cominciare a scalare le categorie. I mezzi non gli mancano, specie in un calcio dove velocità, rapidità di esecuzione, capacità di segnare con entrambi i piedi sono dettagli che fanno la differenza per un esterno offensivo.

Già con la Primavera Gaddini aveva lasciato intravedere le sue doti: rapidità nel breve, allungo a campo aperto, tempismo sotto porta. Poteva tentare il salto nei prof ma ha dovuto ripartire dalla serie D. L’anno scorso per lui mezza stagione al Sestri Levante, condizionata da un infortunio al collaterale del ginocchio e chiusa a zero gol, e mezza al Borgosesia decisamente migliore, con 18 presenze e 6 reti. In estate la chiamata del direttore Paolo Giovannini, suo estimatore di vecchia data.

Gaddini abbracciato da mister Indiani

Il campo dice che Gaddini si sta ritagliando un ruolo determinante nell’Arezzo, disegnato con il 433 e una filosofia spiccatamente offensiva ma paradossalmente a disagio quando c’è da buttarla dentro. Non a caso il rientro del numero 11 ha portato benefici evidenti: doppietta a Gavorrano, gol dell’1-0 alla Sangiovannese, gol dell’1-0 alla Flaminia, gol vittoria a Seravezza. A Terranuova, nel giorno della debacle amaranto, l’unica giornata di digiuno, coincisa con l’unica panchina dell’ultimo periodo.

Quella settimana l’attaccante si era allenato poco per il riacutizzarsi di alcuni fastidi muscolari che gli hanno fatto saltare 11 partite su 23 in campionato. E’ stato questo, finora, il suo tallone d’Achille. Sugli altri difetti invece ci sta lavorando con discreti risultati. “Devo migliorare nella fisicità e nel colpo di testa. E poi a volte mi capita di scollegarmi dalla partita” aveva spiegato in estate in una intervista rilasciata poco dopo il suo arrivo.

Destro che ama partire da sinistra, ha indicato Chiesa come modello di riferimento. E’ in effetti un giocatore che strappa, che ripiega in fase difensiva, che talvolta pecca di generosità e si complica la vita da solo. Nell’Arezzo di Indiani, che affronta domenicalmente avversari con la bava alla bocca, dediti a sporcare la partita per annullare il gap di qualità con gli amaranto, lui ha la media gol più alta di tutti (7 reti totali in 12 apparizioni) e ha dimostrato di trovare la porta in diversi modi: da fuori area, di giustezza, su rigore, al volo come domenica scorsa, quando ha fatto sembrare semplice semplice una volée che richiedeva coordinazione e sensibilità di tocco.

A luglio Gaddini aveva sul piatto diverse offerte dalla serie C. Invece scelse l’Arezzo in D perché, disse lui, “per il mio percorso di crescita è l’opzione migliore”. A oggi i fatti gli stanno dando ragione. Con 11 giornate ancora da giocare per la conferma definitiva.