Il difensore, classe ’95, è stato il primo acquisto annunciato dal direttore Giovannini per inaugurare il nuovo corso. Nonostante la frattura al setto nasale e l’intervento al menisco, ha messo insieme 17 presenze e 4 gol, confermando l’abilità nel guidare il reparto. Ad Amaranto Social Club ha raccontato speranze e sensazioni: “E’ la prima volta che gioco per vincere il campionato e mi dà una grande carica. Adesso abbiamo capito che non possiamo essere solo belli, serve anche la battaglia. Il mio futuro? Tra poco discuto la tesi in giurisprudenza, un traguardo a cui tengo molto”

Il primo nome che Paolo Giovannini fece alla stampa, in relazione agli acquisti di mercato, fu quello di Giacomo Risaliti. Le squadre si costruiscono dalle fondamenta e il tassello iniziale del puzzle fu il difensore, classe ’95, pratese di nascita, che il direttore e mister Indiani avevano già avuto alle loro dipendenze a Pontedera. Nonostante venisse da una stagione tribolata alla Vibonese, chiusa con la retrocessione in serie D, Risaliti aveva tutte le caratteristiche per impersonare il nuovo corso amaranto.

Alcuni contrattempi hanno reso accidentata la sua annata finora (due fratture al setto nasale e un’intervento chirurgico al menisco), ma il giocatore non ha tradito le attese: 17 presenze finora e 4 gol segnati, l’ultimo domenica scorsa con il Ghiviborgo che è servito a sbloccare lo 0-0. Risaliti è stato il primo marcatore stagionale dell’Arezzo nella trasferta di Orvieto e si è concesso il lusso di firmare una doppietta nella gara secca di Coppa Italia a Livorno, chiusa col successo amaranto per 4-3. Non male per un difensore.

In campo da inizio stagione con la mascherina protettiva al viso, unisce fisicità e visione di gioco, che gli consente di guidare la linea arretrata secondo i dettami dell’allenatore e gli sviluppi della gara. Risaliti vanta una formazione calcistica nel settore giovanile dell’Empoli e in carriera ha vestito anche le maglie di Lucchese e Matera.

Nell’intervista rilasciata ad Amaranto Social Club ha parlato, tra le altre cose, del momento cruciale della stagione (“abbiamo capito che non potevamo essere solo belli, certe volte occorre privilegiare la battaglia all’estetica”), del crocevia che rappresenta Arezzo per lui a livello personale (“non avevo mai lottato per vincere il campionato, mi dà una grande carica”) e della laurea in giurisprudenza dietro l’angolo (“discuterò una tesi sulla riforma del diritto sportivo, è un traguardo a cui tengo molto e a cui sono arrivato con grandi sacrifici”).