l'esultanza di Settembrini dopo l'ultima vittoria

Dal pessimismo più cupo dopo la sconfitta di Terranuova (29 gennaio) al clima da passeggiata verso la gloria dopo l’1-0 al Castello e il +5 sulla seconda. La realtà è che alla fine manca mezzo girone di ritorno e che alle porte c’è la trasferta di Livorno, storicamente avara di soddisfazioni, da giocare conoscendo già il risultato della Pianese. La promozione è tutta da conquistare, vietato avere rimpianti

Il 29 gennaio, giorno della sconfitta di Terranuova, sembrava tutto finito. Campionato chiuso, Pianese in C, Arezzo all’inferno per un’altra stagione, contestazione, la società non vuole salire, Indiani sbaglia formazione, gli attaccanti non segnano, i difensori non difendono, anche Settembrini è una delusione: l’elenco delle doglianze era lungo, assortito e poco aderente al vero, come i fatti hanno dimostrato in seguito.

Oggi, 8 marzo, il tavolo si è rovesciato e nell’aria si annusano trionfalismi esagerati al pari dei disfattismi di un mese fa. Con l’Arezzo a +5 sulla Pianese, sembra quasi che il campionato sia chiuso nel verso opposto, in un clima da passeggiata verso la gloria e sospiri incuranti del fatto che mancano 8 giornate alla fine, cioè mezzo girone di ritorno. Il paradigma è proprio Settembrini, tornato nelle grazie unanimi del pubblico grazie alle ultime due prestazioni extralarge.

In realtà non era finita a Terranuova e non è finita dopo l’1-0 al Castello. Così come Settembrini è sempre stato un giocatore fuori categoria, con tanti pregi e qualche difetto come tutti. Sbalzi d’umore così marcati fanno parte del calcio e si sa. Per un tifoso rappresentano un peccato veniale, per staff e squadra sarebbero un inciampo esiziale, così pericoloso da rimettere in discussione il gap scavato con la seconda in classifica. L’andamento del torneo di quest’anno ha insegnato a tutti, Arezzo compreso, che per ritrovarsi con il sedere per terra basta un quarto d’ora giocato con la testa da un’altra parte. E proprio l’esperienza, l’averci già sbattuto la faccia (sconfitta con il Tau dopo il colpo sull’Amiata, sconfitta a Terranuova contro l’ultima della classe) dovrebbe rappresentare il deterrente migliore.

Alle porte, oltretutto, c’è la trasferta di Livorno che, come insegna la storia, non è mai stata prodiga di soddisfazioni. E l’Arezzo andrà a giocarla sapendo già il risultato della Pianese, che anticipa sabato a Ponsacco. Sarà un vantaggio? Sarà uno svantaggio? Conterà zero? Lo sapremo domenica intorno alle 16.30, a risultati acquisiti.

Quel che è certo è che c’è ancora diversa strada da fare. Siamo a tre quarti di stagione e il +5 in classifica è un tesoretto molto prezioso, da spendere bene senza dilapidarlo in modo scriteriato. All’Arezzo di quest’anno tutto serve tranne che i rimpianti.