L’allenatore alla vigilia della ripresa del campionato: “Avrei preferito giocare a Grosseto con il pubblico, sia per la qualità e le dimensioni del campo che per la presenza dei nostri tifosi. La nostra formazione? Non è vero che mi complico la vita facendo turn over, in realtà do spazio a tutti perché se lo meritano. Per quanto mi riguarda, a prescindere da come finirà, sono contento perché sono riuscito a far crescere i giovani”
Paolo Indiani fiuta il traguardo e lancia l’Arezzo verso l’obiettivo finale: “Ci siamo allenati bene come sempre, l’unico indisponibile è Settembrini per squalifica. Credo e spero che la sosta non abbia lasciato scorie mentali, anche se ribadisco che avrei preferito giocare a Grosseto con il pubblico, sia per la qualità e le dimensioni del campo che per la presenza dei nostri tifosi. Domani affrontiamo un avversario che ultimamente ha avuto qualche problema, anche disciplinare, ma a noi non deve interessarci. La squadra di adesso non è quella dell’andata e, ci fosse stata dall’inizio, non si troverebbe in questa situazione di classifica. La nostra formazione? Non è vero che mi complico la vita facendo turn over, in realtà do spazio a tutti perché se lo meritano. Ho fiducia negli elementi della rosa e sarei un pessimo allenatore se non sfruttassi le qualità dei miei calciatori. Sono finiti i tempi in cui undici elementi avevano la maglia incollata e giocavano sempre gli stessi. Intorno a noi sentiamo attesa e fibrillazione, è normale. Ai ragazzi ho detto che siamo in autostrada belli lanciati, ma dobbiamo comunque stare attenti perché un incidente o un rallentamento possono materializzarsi all’improvviso. Le prossime due partite comunque saranno decisive. Per quanto mi riguarda, a prescindere da come finirà, sono contento perché sono riuscito a far crescere i giovani. In serie D è un compito che mi è sempre riuscito e credo di averlo centrato anche qui ad Arezzo”.