Guglielmo Manzo saluta il pubblico dello stadio

Dai fischi agli applausi, dalla contestazione al bagno di folla in appena un anno. Guglielmo Manzo ha vinto la sua battaglia contro la diffidenza di una piazza delusa e arrabbiata, riconquistandola con una gestione più saggia e lungimirante che è stata premiata dai risultati. E il debito contratto dopo la retrocessione di Cesena, adesso è saldato

Braccia al cielo e abbracci vigorosi con giocatori e gente comune, allenatore e direttore, magazzinieri e semplici tifosi. Guglielmo Manzo accoglie tutti sul carro dei vincitori, noncurante che alcuni di quelli saltati su, un anno fa lo invitavano a levarsi dai piedi. La vita va così, il calcio ancora di più. Dai fischi agli applausi il passo può essere breve, come il presidente dell’Arezzo ha sperimentato in prima persona.

Oggi si gode una promozione strameritata, conquistata con una progettualità seria e lungimirante, al termine di un campionato in cui, per almeno un paio di volte, si è corso il rischio di smarrire certezze e fiducia. Ma quest’anno, a differenza del passato, Manzo si era affidato alle persone giuste e i risultati del campo lo hanno premiato.

Dodici mesi fa c’era una tifoseria scettica e diffidente nei confronti della proprietà, una piazza traumatizzata dalla retrocessione del 2021, furibonda e disillusa da un campionato di serie D gestito in maniera improvvisata. Che le cose potessero migliorare, non ci credeva nessuno a parte il presidente.

il bagno di folla in centro città

Ha preso il timone del club tra le proprie mani dopo essersi fidato di troppi amici degli amici, ha resettato con il passato e invertito la rotta: niente più spese pazze e salti nel buio, bensì ricerca di professionalità, attenzione ai bilanci, investimenti sulle strutture, collaborazione con Orgoglio Amaranto, il socio di minoranza che porta avanti il progetto di azionariato popolare.

L’arrivo di Paolo Giovannini nel ruolo di direttore generale, e poi di consigliere d’amministrazione, è stato il primo passo. L’ingaggio di Paolo Indiani il secondo. In questa stagione che fa da prologo al centenario, l’Arezzo ha vinto il campionato, ha rimesso in sesto il prato dell’antistadio e del Comunale, ha preso in gestione l’impianto di Rigutino e portato avanti la riqualificazione delle Caselle, ristrutturato l’hotel di Rigutino, comprato all’asta e trasformato in una utilissima foresteria, gettato le basi per la nascita della scuola calcio.

Guglielmo Manzo, originario di Salerno, imprenditore nel settore della distribuzione di energia e gas con base a Roma, ha sempre raccontato che di Arezzo si innamorò quando lo mandarono qua a fare il militare. E che la serie C, per una piazza del genere, dev’essere considerata di passaggio, senza esagerare con i proclami ma anche senza tarparsi le ali. Oggi, con l’ebbrezza del successo che si propaga per la città, le sue ambizioni sembrano decisamente più verosimili.

Oltre a saldare i debiti ereditati dalle precedenti gestioni, Manzo ha saldato pure il suo, contratto a Cesena dopo la sconfitta che costò l’addio alla serie C. L’Arezzo torna tra i professionisti e lo fa dalla porta principale.