Indiani e Giovannini con il presidente Manzo

Giovannini e Indiani si conoscono da anni, hanno vinto tanto insieme e in amaranto hanno aggiunto un’altra impresa alla collezione. Il direttore, come a Castelnuovo Garfagnana, Massa e Pontedera, ha fatto centro al primo colpo; l’allenatore è al decimo salto di categoria della carriera. Due professionisti con caratteri che non sempre si sposano alla perfezione ma che sanno di calcio. Ed è questo il segreto dei loro successi

Il 7 giugno 2022, giorno della sua presentazione alla stampa e ai tifosi, Paolo Indiani confessò due desideri: riportare 5mila persone allo stadio e conquistare il campionato con un mese di anticipo. A molti sembrò un eccesso di presunzione e forse un po’ lo era. Dieci mesi dopo, i due desideri si sono realizzati entrambi. Il tecnico, ingaggiato per il curriculum da vincente seriale, ha mentenuto le promesse e centrato la decima promozione della carriera: probabilmente la più bella, di sicuro diversa da tutte le altre. Perché un conto è primeggiare a Certaldo e San Gimignano, alla Rondinella e al Poggibonsi, al San Donato, alla Massese e al Pontedera. E tutt’altra roba è imporsi ad Arezzo, con la fame di successi che c’era, con l’obbligo di tornare in C e diciassette squadre avversarie che ti aspettavano al varco ogni maledetta domenica. Paolo Indiani lo chiamano mago e maestro, lui che a quasi 69 anni continua a vivere il calcio con l’entusiasmo di un ragazzino e la ferrea coerenza di chi crede fortemente nelle proprie idee. Quest’anno ha stracciato la concorrenza senza affidarsi a una formazione base, ruotando sempre tutti i giocatori, anche a costo di andare controcorrente, compito di cui non ha mai avuto timore. Ha tenuto la barra dritta pure nei momenti difficili e, parole sue, il merito che si riconosce più degli altri è quello di aver fatto crescere i giovani.

Eppure, pochi giorni prima del big match con la Pianese, ha confessato: “chissà se sarei arrivato fin qui se dopo le sconfitte con Tau e Terranuova non avessi avuto Paolo Giovannini a coprirmi le spalle”. Già, Paolo Giovannini. Il vero punto di svolta per l’Arezzo di Manzo è stato l’arrivo del direttore generale, uno che ha saputo rimettere la chiesa al centro del villaggio dall’alto della sua esperienza. E che ha riportato serenità in un ambiente polverizzato dalla sfiducia e dalle delusioni con la semplice forza della competenza. Giovannini ha scelto Indiani, gli ha messo a disposizione una squadra forte, corretta cammin facendo con due o tre aggiustamenti decisivi, lo ha difeso quando i risultati stavano prendendo una brutta piega. E hanno vinto insieme, di nuovo, come a Massa, quando portarono i bianconeri dalla D alla C1, e come a Pontedera, quando trionfarono in C2. Se Indiani è una garanzia, Giovannini non è da meno. Al primo colpo fa sempre centro. A Castelnuovo Garfagnana vinse appena arrivato, a Massa pure, a Lucca anche, a Pontedera idem. In totale fanno sette promozioni in cinque club differenti. E ad Arezzo ha firmato un pokerissimo che in pochi (o forse nessuno) possono vantare.

Paolo&Paolo, una coppia inossidabile nonostante i due abbiano vedute spesso differenti e caratteri che non sempre si sposano alla perfezione. Ma sanno di calcio e proprio questo, alla fine, è il segreto della loro convivenza e dei loro successi.