La promozione in C, l’emozione della festa, la sfilata in centro con il sigaro e la torcia, la poule scudetto, il futuro, le ambizioni, il desiderio di vincere ancora: “Sognare non costa niente e questa piazza merita tanto”

Non è un cerchio che si chiude, perché la storia non finisce qua. Andrea Settembrini lo dice chiaro, la promozione in C è un traguardo straordinario ma non basta. Su Instagram l’ha pure scritto di suo pugno: “Il bello deve ancora venire”.

31 anni compiuti a dicembre, aretino, capitano, l’estate scorsa accettò di scendere tra i dilettanti con tre obiettivi davanti: tornare tra i professionisti con la maglia amaranto, vincere ancora, chiudere qua la carriera. Il primo l’ha centrato, per gli altri due si sta attrezzando con la consueta combattività.

con la torcia durante la festa per la C

“Vincere non è mai scontato, nel calcio come nella vita nessuno ti regala niente, devi sudartelo e guadagnartelo, ma NOI ce l’abbiamo fatta.
Riportare questa piazza dove merita è un piccolo mattoncino che abbiamo messo TUTTI insieme, questa città ha sofferto abbastanza calcisticamente, quindi è giusto animare ancora questa passione viscerale che in giornate come domenica si è toccata con mano. Vent’anni fa ero insieme a VOI, adesso stare dall’altra parte è un’emozione indescrivibile, vedere festeggiare amici e persone che conosci è qualcosa di straordinario. Un grazie doveroso al Presidente, alla Società, al Direttore, al Mister e allo Staff. Un grazie ai miei compagni, ai fisioterapisti, ai magazzinieri e a chi lavora per questa squadra, anche se non sono scesi in campo sono stati fondamentali. Abbiamo coronato una parte del mio sogno, sì perché sognare non costa niente. Il bello deve ancora venire. ALÒ AREZZO”.

Questo il messaggio postato via social ieri. Stamani invece Settembrini ha raccontato alla stampa i saliscendi di una stagione che ha svoltato dopo la sconfitta di Terranuova, la felicità provata domenica dopo il 3-1 alla Pianese, la sfilata per le vie del centro con il sigaro in bocca e la torcia in mano (“pensavo fosse un petardo, ho avuto paura che scoppiasse”), la poule scudetto che si delinea all’orizzonte e un bilancio personale: “Ho segnato un gol solo, è vero. Ma ho fatto 8 assist e sono contento lo stesso”.