Libor Kozak (foto Trinity Zlin)

In via di definizione il tesseramento dell’attaccante ex Lazio, Brescia, Bari e Livorno. 34 anni compiuti a maggio, era svincolato dopo le ultime annate trascorse in patria e in Ungheria, sempre nei campionati di A. Alto un metro e 92, spigoloso, forte di testa e nella protezione della palla, ha le caratteristiche che voleva Indiani. Da verificarne le condizioni dal punto di vista fisico e atletico

L’Arezzo riporta in Italia il gigante ceco Libor Kozak. E’ lui il centravanti scelto da Giovannini e Cutolo per completare l’organico ed esaudire le richieste di Indiani, che aveva sottolineato la necessità di una prima punta prestante e in grado di riempire l’area da affiancare a Niccolò Gucci. 34 anni compiuti due mesi fa, alto un metro e 92, Kozak in passato ha vestito le maglie della Lazio, del Brescia, del Bari e del Livorno. Vanta 58 presenze e 10 gol in serie A, 50 presenze e 6 gol in serie B, 19 presenze e 11 gol in Europa League, 9 presenze e 2 gol con la sua Nazionale.

Il curriculum però brilla soprattutto se si guarda all’indietro, perché poi la carriera dell’attaccante è stata funestata da tre gravi infortuni rimediati all’Aston Villa: prima la frattura di tibia e perone, poi la lesione del tendine peroneo, quindi la frattura della caviglia. Un calvario che ha fatto perdere al giocatore il treno della Premier League.

Il ritorno fra luci e ombre al Bari e poi al Livorno, tra il 2017 e il 2019 in serie B, non gli ha fruttato granché. Così Kozak è tornato in patria, ritrovando almeno in parte il sorriso: 15 presenze e 7 gol (in sei mesi) allo Slovan Liberec, 54 presenze e 22 gol in due campionati allo Sparta Praga, sempre nella serie A ceca e conquistando la Coppa nazionale nel 2020.

Le ultime due stagioni raccontano di un’esperienza in Ungheria con la Puskas Academia (serie A magiara, 29 presenze e 5 gol) e poi l’annata divisa in due con le maglie di Slovacko e Zlin (28 presenze totali, l’ultima il 26 aprile, e 6 gol in serie A ceca).

Un ritorno in Italia di Kozak, adesso svincolato, era stato anticipato dalle indiscrezioni di calcio mercato e su di lui c’erano alcuni club di C e qualcuno di B. Ma l’Arezzo si è mosso prima e meglio, annullando la tentazione di ritirarsi del giocatore, confessata nell’intervista di un mese fa a RadioSei.

Di sicuro, dal punto di vista dell’esperienza e del valore tecnico, Indiani si ritrova a disposizione un attaccante che con la terza serie c’entra poco. Alto, spigoloso (tra i tanti difensori che hanno avuto la peggio per andare a contrastarlo c’è anche Manuel Pasqual), forte di testa e nella protezione della palla, è il terminale perfetto per il 433 e, all’occorrenza, anche per il 352. Bisognerà verificarne però le condizioni fisiche, legate ai problemini citati nell’intervista riportata sopra, e alla condizione attuale. Il campo dirà se la scelta dell’Arezzo sarà stata quella giusta.

Sta di fatto che la girandola di nomi in questa campagna trasferimenti è stata ricca e variegata: da Gori a Ferrante, da Faggioli a Cernigoi, sono state battute varie piste in attacco, con Ogunseye che sembrava vicino ma che poi è finito al Cesena. Adesso la rosa, a tre settimane dall’esordio di Rimini, è completa.