Indiani l’ha spiegato chiaramente: per fare risultato domani bisogna prendere e tenere l’iniziativa, nonostante davanti ci sia un avversario di grande qualità in tutti i reparti. Pattarello squalificato, Damiani e Crisafi indisponibili. Poco meno di duecento i tifosi al seguito
Non che ci fossero grandi dubbi ma la conferenza stampa di Paolo Indiani ha fugato qualsiasi esitazione: l’Arezzo domani andrà a giocarsela nonostante il Pescara sia complessivamente più forte, favorito sia dal fattore campo che dal pronostico. E quindi, se è vero che avrà la meglio chi riuscirà a tenere più a lungo l’iniziativa, sfruttando le proprie qualità offensive, è lecito attendersi una squadra con la linea difensiva alta, aggressiva quando c’è da recuperare il possesso e con un palleggio rapido per trovare spazi da attaccare.
Sono i princìpi cardine della filosofia di Indiani, mai snaturati nonostante qualche cambio modulo e sottolineati anche da Zdenek Zeman nel suo incontro con i giornalisti: “L’Arezzo gioca bene, è una squadra reduce dalla promozione, si conosce, ha entusiasmo. Sarà un avversario pericoloso”. Le sensazioni della vigilia sono quelle di una conferma del 433 camaleontico che sfuma nel 4231, con Settembrini nella doppia veste di inibitore del play avversario (in questo caso Squizzato) e primo assaltatore amaranto. Lì in mezzo ci sarà da muovere il pallone e fare legna in egual misura, cercando di arrivare velocemente sugli esterni dove mancherà Pattarello, l’incursore con più gamba di tutti. Indiani deve scegliere: Gaddini, Guccione e Iori si giocano due maglie, mentre in mezzo toccherà a Gucci o Kozak. Fuori per acciacchi (lievi) sia Damiani che Crisafi.
Il calendario è compresso, martedì si torna in campo contro l’Olbia, poi sabato 29 si va a Chiavari. Ci sta che Indiani alterni gli uomini e ricorra a quella turnazione che l’anno passato non è mai mancata, anche se una rivisitazione più profonda dell’undici iniziale potrebbe materializzarsi nel prossimo turno di campionato piuttosto che domani.
Di là c’è un Pescara ardimentoso che, come sottolineato dall’allenatore amaranto, ha “qualità, qualità, qualità”. Zeman è pieno di alternative, può scegliere tra Merola e Accornero, Cangiano e Cuppone in avanti, senza contare le varianti tecniche e tattiche per il reparto di centrocampo, vero fulcro biancazzurro. Dopo quello con la Carrarese, si delinea un altro test ad alto coefficiente di difficoltà per l’Arezzo, in un inizio di stagione tosto e impegnativo.
Ma si sapeva che la serie C, specie in un girone come questo, avrebbe rappresentato una terapia d’urto fin dal primo momento. Di buono c’è che intorno alla squadra permane l’entusiasmo creato nei mesi scorsi. Domani saranno poco meno di duecento i tifosi amaranto in trasferta. E per un pari, nonostante tutto, non firmerebbe nessuno.