L’Arezzo ha un’urgenza indifferibile: proteggersi di più ed evitare di farsi infilare con la facilità concessa alla Recanatese. Poi c’è da trovare la quadra dal punto di vista tattico, anche se certe difficoltà erano preventivabili, visti i tanti debuttanti in rosa e le assenze dell’ultimo periodo. Di sicuro il centravanti ceco è il punto interrogativo più grande dell’avvio di stagione. Adesso servono visione d’insieme, raziocinio e contromisure
LA GARRA – Poco spirito, poca combattività, poca voglia di portare a casa il risultato. A differenza delle altre volte, a Recanati è mancato soprattutto questo. La squadra è stata piatta, ha preso gol dopo 19 minuti e aveva tutto il tempo davanti per recuperare. Ma non si è mai scrollata di dosso una flemma esiziale e ha perso, stavolta sì, contro un avversario alla portata. Senza garra, tutto il resto conta poco.
URGENZA GOL – La Recanatese era vulnerabile se attaccata con criterio, come testimoniano le palle gol concesse a Gaddini, a Gucci, a Pattarello, a Guccione. L’Arezzo le ha sciupate tutte, la squadra di casa ha trasformato le prime due che ha avuto con una facilità disarmante: entrambe in contropiede, con la difesa amaranto aperta e sfilacciata. Troppo comodo così. E’ il dettaglio su cui lavorare con urgenza indifferibile.
CERCASI EQUILIBRIO – Quella di domenica è la sconfitta più brutta tra quelle incassate in campionato, perché il messaggio che arriva è che la coperta è corta. 433, 4231, 352 passano in secondo piano di fronte a un equilibrio tra reparti che ancora non si trova. Se giochi con un centrocampista alle spalle della prima punta, crei poco in attacco. Se ci metti un trequartista, sei vulnerabile dietro. Se schieri tre difensori, ti abbassi troppo. Eppure una quadra, da qualche parte, esiste. Tutto sta a trovarla.
AHI AHI AHI – Lo scotto da pagare alla C è questo e si sapeva: a Recanati nell’undici titolare c’erano 5 debuttanti in categoria (Trombini, Lazzarini, Poggesi, Damiani, Gaddini), poi sono entrati Renzi, Bianchi e Crisafi. Totale, 8 su 16, la metà esatta. Indiani aveva pure cinque assenze di peso (Settembrini, Masetti, Polvani, Castiglia e in seguito Chiosa). Troppe cui far fronte in questo momento.
IL CASO KOZAK – Minuto 23 del secondo tempo, Arezzo sotto 2-0. Indiani decide di giocarsi il tutto per tutto, arretra Guccione a fare il mediano, toglie Mawuli e inserisce accanto a Gucci un’altra punta. Che non è Kozak ma Crisafi. Non sceglie l’uomo d’esperienza, con il fisico giusto per qualche spizzata nel serrate finale, ma il ragazzino più mobile e meno smaliziato. Sperare che un 2004 alla seconda apparizione in C, cambi volto a una partita del genere, è pretenzioso. E scomodo per lo stesso Crisafi. Bocciare in maniera così cruenta uno come Kozak, tesserato da Giovannini e Cutolo e non da qualche infiltrato che rema contro, è invece singolare. Indiani è coerente con quanto disse nel post Lucchese, è vero. Ma la coerenza, a volte, conduce fuori strada.
E ORA? – Una squadra che lotta per salvarsi, neopromossa dalla D, può attraversare periodi del genere, in cui metti insieme un pareggino in tre partite. Ed è in questi periodi che servono visione d’insieme, polso fermo, raziocinio. E correttivi. Nessuno è mai retrocesso per una sconfitta il 15 ottobre.