(foto Ancona calcio)

La stagione è cominciata al di sotto delle aspettative per i dorici, fermi a 9 punti e reduci dal pareggio di Rimini che è costato il posto a Donadel. La società del presidente malese Tiong ha richiamato alla guida della squadra il tecnico che era stato esonerato ad aprile. Domani probabile ritorno al 433. Il centrocampista Gatto e l’attaccante Spagnoli sono gli elementi più temibili

ANCONA D’ORIENTE – Dopo la tonificante vittoria sulla Spal, subito un’ostica trasferta per gli amaranto che saranno di scena allo stadio “Del Conero”, ospiti dell’Ancona. I marchigiani con 9 punti in classifica occupano la quattordicesima posizione. La società è guidata da Tony Tiong, imprenditore malese, nipote di Tiong Hiew King, fondatore del gruppo Rh, eletto da Forbes come il 16esimo uomo più ricco della Malesia e in posizione numero 1999 nella classifica mondiale, con un patrimonio di circa 1,3 miliardi di dollari. Tony, laureato all’università di Melbourne, è l’amministratore delegato dell’attività del nonno e si occupa di esplorazione, sviluppo e produzione di risorse minerarie non petrolifere e gas.

CAMBIO IN PANCHINA – Sulla panchina dei dorici, lunedì scorso, è stato richiamato Gianluca Colavitto, tornato per sostituire Marco Donadel, che a sua volta era subentrato al suo posto ad aprile. All’ex centrocampista della Fiorentina sono stati fatali il pareggio nell’ultimo turno a Rimini (1-1) e una serie non brillante di risultati, tra cui le sconfitte con Cesena, Juve Next Gen e Carrarese. Colavitto, napoletano di Pozzuoli, classe ’71, da giocatore dopo le giovanili con il Napoli, ha vestito tra le altre le maglie di Juve Stabia, Torres ed Avellino. Ha iniziato l’avventura in panchina nel 2002, con il Luco Canistro, poi Casoli, Miglianico, Celano, Vastese, Avezzano e Castelfidardo prima di approdare a Matelica e ottenere la storica promozione in C nella stagione 2019-20. Nell’estate 2021 trasloca assieme alla società nella neonata Ancona- Matelica. Resta sulla panchina dei biancorossi fino all’esonero della primavera scorsa, arrivato alla vigilia dei play-off. Laureato in giurisprudenza, professionista serio e preparato, fa dell’organizzazione di gioco uno dei suoi punti di forza. Bravo a lavorare con i giovani, predilige un calcio palla a terra e scambi veloci.

MERCATO E PROGETTO – Facendo un passo indietro al mercato estivo, tante le operazioni condotte anche per accontentare a livello tattico Donadel. Tra gli altri sono arrivati in biancorosso i difensori Pellizzari (Fermana), Clemente (Pro Vercelli), Dutu (Gubbio) e Marenco (Viterbese), i centrocampisti Nador (Spal) e Gavioli (Pro Patria), l’esterno Peli (ex Pontedera) e gli attaccanti Energe (Carrarese) e il norvegese Kristoffersen (Virtus Verona, ma proprietà Salernitana). Il cambio in panchina era nell’aria da tempo, con la società che ha fatto un passo indietro anche a livello di progetto, richiamando Colavitto, considerato il più adatto a guidare la squadra ad una stagione senza troppi patemi. Compito però non facile per il mister campano perché dovrà adattare ed abbinare il suo 433 ad una squadra costruita per un altro tipo di calcio e soprattutto di modulo. Inoltre avrà in mano un gruppo decisamente diverso da quello con cui aveva lavorato fino ad aprile.

CRISI DI RISULTATI – Donadel ha pagato con l’esonero, oltre alla mancanza di punti e risultati, anche la poca capacità di incidere sulla squadra attraverso il gioco, apparso poco fluido e spesso prevedibile, senza mai trovare forse la giusta quadra. All’ex mister è stata imputata la mancanza di una vera e propria identità e anche la lettura e la gestione delle partite. Critiche sono arrivate anche a colui che ha costruito la squadra, il ds Francesco Micciola, perché ad Ancona non viene considerata all’altezza di quella della scorsa stagione, anche se, in fase di presentazione, era stata descritta come più forte rispetto.

DIFESA E FRAGILITA’ – Al netto di tutto, quella vista fino ad oggi è una formazione che tutto sommato trova con regolarità la via della porta avversaria, 9 reti all’attivo, in linea con i numeri per un campionato tranquillo, ma che subisce troppo, 14 reti al passivo (solo Arezzo e Rimini hanno fatto peggio). Inoltre ha evidenziato anche qualche problema a livello caratteriale e di lucidità, perché spesso al primo input negativo si è sciolta e scollegata davanti alle difficoltà, tesi rafforzata dal fatto che in pochi “rischiano” la giocata, il dribbling o la conclusione da lontano. Nonostante i problemi evidenziati, l’Ancona vanta alcune discrete individualità per la categoria e se la squadra ritrova una certa fluidità di gioco e di manovra, potrebbe diventare uno scomodo cliente.

l’allenatore Gianluca Colavitto

MODULO E FORMAZIONE – Non facile immaginare l’undici titolare, ma ipotizziamo un ritorno al 433 (unico assente il lungodegente Macchioni): Perucchini in porta, difesa con a destra Barnabà, di rientro dalla squalifica, che dovrebbe essere preferito a Clemente, e sull’out opposto Martina. Coppia centrale con Cella affiancato da uno tra Dutu e Marenco. Mediana che dovrebbe essere formata da Emanuele Gatto, Paolucci e uno tra Basso, in gol domenica a Rimini, o Nador o D’Eramo. In avanti Spagnoli terminale offensivo e ai suoi lati Peli a destra, pericoloso nelle sue accelerazioni, e Cioffi, giocatore di estro e qualità, sul lato mancino, con Energe e Kristoffersen come prime alternative nel reparto.

GIOCATORI TOP – I giocatori da temere maggiormente sono Emanuele Gatto e Alberto Spagnoli. Il primo è centrocampista classe ’94 con una lunga militanza in C con le maglie tra le altre di Südtirol, Alessandria e Lumezzane. Capitano dei dorici, rientrato domenica dopo alcune settimane di stop causa infortunio, è giocatore rapido, polmone inesauribile della mediana biancorossa. Coriaceo, buone qualità tecniche, non disdegna nemmeno di agire come play, abile nella gestione della palla, apprezzabile in fase di non possesso e come ruba palloni. Spagnoli, 29 anni appena compiuti, è cannoniere dei suoi con 3 reti in campionato, attaccante alla seconda stagione alle pendici del Conero, dove lo scarso anno è andato per la prima volta in carriera in doppia cifra (11 gol). Nel suo passato anche le esperienze con Modena, Renate, Mestre. Centravanti con una buona struttura fisica, combattente, bravo nel gioco aereo e nel lavoro sporco, uno che non disdegna di giocare per i compagni, discreto stoccatore. È punta che svaria tanto nonostante la stazza, discreto anche nel fare reparto da solo.

PRECEDENTI – L’ultimo precedente tra le due squadre risale al 13 marzo 2016, quando le due squadre chiusero sul risultato di 0-0.