il presidente Guglielmo Manzo

La perdita di esercizio è superiore ai 2 milioni, ma ripensando ai 6 milioni del 2021 si comprende che la strada imboccata è quella giusta. Il valore della produzione, rispetto all’anno scorso, è cresciuto di 681mila euro, gli investimenti sui centri sportivi ammontano a circa 550mila euro e le pendenze tributarie ereditate dal passato sono state azzerate. Dal 6 febbraio 2022, il giorno più difficile per Guglielmo Manzo, le cose sono migliorate, compresi i risultati sul campo

Due anni fa la Società Sportiva Arezzo aveva chiuso il bilancio con una perdita di 6 milioni e 240mila euro. Al termine di una stagione disastrosa, sia dal punto di vista sportivo che finanziario, lo stato patrimoniale del club sembrava compromesso in modo irreversibile quasi quanto i rapporti con la piazza. La squadra era appena retrocessa in serie D, la dirigenza aveva speso valanghe di soldi in un tourbillon di direttori sportivi, allenatori, calciatori e non si scorgevano né segnali di ravvedimento da una gestione scellerata né spiragli per recuperare la fiducia della tifoseria. Invece nel calcio, nel male e a volte anche nel bene, le cose cambiano. Servono testa sulle spalle, oculatezza nello scegliere i collaboratori giusti e un po’ di buona sorte. E soldi, ovviamente.

Dopo aver toccato il fondo con la feroce contestazione del 6 febbraio 2022, al termine della partita vinta contro l’Unipomezia, il presidente Guglielmo Manzo ha dato una sterzata netta, radicale. Basta cambiarelle continue di uomini mercato e tecnici, stop a ingaggi extralarge per i giocatori e maxi commissioni per gli agenti: serviva qualcosa di diverso, gente che masticasse di calcio e una politica di costi/ricavi più sostenibile.

Il primo punto di svolta è stato l’arrivo del direttore generale Paolo Giovannini, oggi sotto contratto fino al 2034 e consigliere d’amministrazione oltre che di fiducia. Da lì, a cascata, è seguito il resto: la ristrutturazione del club, la vittoria della serie D, il ritorno tra i professionisti e, notizia di ieri, l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2023 con una perdita di esercizio di 2 milioni e 249mila euro.

la contestazione del febbraio 2022

I numeri non sono ancora quelli ideali ma rappresentano in modo inequivocabile il percorso di risanamento messo in atto da New Energy Gas e Luce Spa, azionista di riferimento con il 99% delle quote sociali, e sottolineato anche da Orgoglio Amaranto, socio di minoranza con l’1%. Negli ultimi mesi si sono registrati versamenti soci e un aumento di capitale da 3 milioni di euro, che hanno alleggerito i conti.

Comparando il bilancio di quest’anno e quello di un anno fa, balzano all’occhio un paio di dati: il totale del valore della produzione (cioè dei ricavi) è balzato da un milione e 61mila euro a un milione e 742mila euro (+681mila euro), mentre il totale dei costi per il personale è sceso da un milione e 892mila euro a 996mila euro (-896mila euro).

La proprietà, dopo la chiusura del bilancio, ha poi sanato le pendenze tributarie ereditate dal fallimento della Us Arezzo e azzerato le imposte e i tributi che erano stati congelati e rateizzati nel periodo Covid (circa 900mila euro). Al di là delle spese correnti, va inoltre segnalata la cifra investita per i centri sportivi a Le Caselle e Rigutino: circa 550mila euro che nel medio-lungo periodo renderanno il club più forte.

E’ per questo che, al di là delle difficoltà gestionali che caratterizzano tutte le società di calcio, Orgoglio Amaranto ha potuto mettere in evidenza che sono state gettate le basi per un futuro sempre più sostenibile. Una chiosa impensabile soltanto due anni fa, quando l’Arezzo, sul punto di implodere, imboccò una strada più virtuosa.