I presidenti Marino e Manzo si sono stretti la mano davanti alla targa che ricorda il portiere aretino dell’Olbia morto in campo a gennaio del 1960. Durante la partita, invece, striscioni e cori per Rombo di tuono

Prima della partita di oggi, i presidenti delle due società hanno deposto due mazzi di fiori di fronte alla targa che ricorda Bruno Nespoli e che si trova all’ingresso della tribuna. Alessandro Marino e Guglielmo Manzo si sono stretti la mano in ricordo del portiere che morì in campo il 25 gennaio 1960 dopo un contrasto di gioco.

Nespoli era aretino e giocava con i sardi. Nato a Sansepolcro il 5 dicembre 1937, aveva debuttato tra i professionisti con la maglia amaranto nella stagione 1957/58. L’anno dopo si era conquistato un posto da titolare, poi dovette partire per il servizio militare. Fu spedito in Sardegna alla Brigata Sassari e l’Arezzo lo prestò all’Olbia.  

Al 35′ del primo tempo della partita con la Carrarese, il 24 gennaio 1960, andò in uscita come tante altre volte. Si scontrò con un avversario, Scamos, ed ebbe la peggio: frattura della base cranica con commozione cerebrale. Venne ricoverato d’urgenza ma non ci fu niente da fare. Dodici ore dopo, i medici si arresero.

Oltre alla sua memoria, oggi è stata onorata anche quella di Gigi Riva. Per il grande Rombo di tuono un minuto di raccoglimento prima del fischio d’inizio e poi gli striscioni di entrambe le tifoserie, che lo hanno salutato con un vicendevole applauso.