Settembrini lotta a centrocampo nel match di andata

Stadio da serie A, diecimila persone sugli spalti, 546 aretini al seguito per una partita difficile e suggestiva in egual misura. Da una parte la capolista che viaggia in sesta marcia dall’inizio del campionato e già con un piede in serie B, dall’altra un Arezzo che dovrà fare una super prestazione per portare a casa un risultato positivo. 3412 per Toscano, conferma del 4231 per Indiani: probabile staffetta Polvani-Chiosa in difesa, Mawuli verso il rientro a centrocampo, Gaddini e Guccione candidati titolari in attacco. Con un ricordo dedicato a Lauro Minghelli

Erano anni che l’Arezzo non si accingeva a giocare una partita così: in uno stadio da serie A, con diecimila persone sugli spalti, dentro un’atmosfera da calcio vero e con centinaia di tifosi al seguito. A Cesena sarà una grande serata, al cospetto della capolista che viaggia in sesta marcia fin dall’inizio di campionato: 19 vittorie e 5 pareggi dopo l’esordio negativo di Olbia la dicono lunga sul valore dei romagnoli, adesso a +12 sulla seconda e con un piede già in serie B.

I numeri sono impressionanti: 54 gol segnati (miglior attacco), 13 gol al passivo (miglior difesa), capocannoniere del girone (Shpendi 15 reti), un 2024 finora da sballo (sei partite, 16 punti, 0 gol subìti), un rendimento interno da rullo compressore (10 successi e 2 pareggi in 12 partite).

Mister Toscano, uno specialista in promozioni, ha a disposizione un organico eccellente che ha trovato la quadratura tattica e che ormai recita lo spartito a memoria, che si tratti di attaccare di rimessa o di fare gioco, di difendersi bassi o di andare a pressare nella metà campo avversaria. 3412 il modulo bianconero, con pochi punti deboli: retroguardia solida, esterni di gamba sulle fasce, fantasia e tecnica dalla cintola in su.

Il pronostico ovviamente non è dalla parte dell’Arezzo, che di fronte a una corazzata del genere paga dazio sul piano della qualità, delle alternative in panchina e della condizione psicologica. Però Indiani andrà a giocarsela con la filosofia di sempre, con criterio ma senza rinunciare a proporre. Considerando che c’è stato il turno di campionato venerdì scorso e che domenica prossima è in calendario una partita delicata per la classifica contro la Recanatese, è probabile che la formazione verrà modellata secondo le esigenze del presente e dell’immediato futuro.

Quasi certa in difesa la staffetta tra Polvani e Chiosa (quest’ultimo in panchina a Pontedera), con Masetti e Risaliti che si contendono l’altra maglia da centrale. Sugli esterni ci sono Donati, Montini e Lazzarini in ballo per due posti (i primi due favoriti), mentre a centrocampo è probabile il rientro di Mawuli tra i titolari, con Damiani e Foglia in lotta per affiancarlo. Le caratteristiche del Cesena e la tipologia di gara che si prospetta, richiedono interpreti da battaglia ed è per questo che Bianchi dovrebbe cominciare dalla panchina.

Alle spalle di Gucci c’è la scelta più ampia: Catanese, Gaddini, Guccione, Pattarello, Settembrini possono occupare le tre posizioni di rifinitura. Indiani sceglierà anche in base alle condizioni fisiche di ciascuno, considerando che Gaddini e Guccione sono freschi e riposati perché non utilizzati a Pontedera.

Al seguito degli amaranto oltre 500 persone, dato impressionante se si considera che la partita viene disputata in un giorno feriale e che per fare punti servirà una super prestazione. Il pubblico però non è nuovo a queste grandi dimostrazioni di attaccamento e poi la trasferta di Cesena ha un fascino particolare: per il blasone degli avversari, per la rivalità che esiste tra le tifoserie, per il ricordo di Minghelli. La prima gara che si giocò dopo il 15 febbraio 2004, giorno della scomparsa di Lauro, fu proprio al “Manuzzi”. E fu un pareggio memorabile e struggente insieme, con migliaia di aretini che valicarono il Verghereto per un punto che aveva il sapore della promozione in serie B.