i tifosi amaranto a Città di Castello il 29 gennaio 2022

Ieri la sentenza del Tar di Perugia. I sostenitori aretini avevano ricevuto le diffide per i fatti di Città di Castello del gennaio 2022. Accolti i ricorsi presentati dall’avvocato Ciabattini. Il Viminale condannato al pagamento delle spese di lite

Il Tar di Perugia ha definitivamente accolto i ricorsi presentati da sei tifosi amaranto, colpiti da Daspo per i fatti di Città di Castello del 29 gennaio 2022. Quel giorno l’Arezzo perse 2-0 contro il Trestina e i cento sostenitori in trasferta contestarono giocatori, staff e dirigenza, al culmine di un periodo teso fra tifoseria e società per gli strascichi della retrocessione dalla C e per la mancanza di risultati in campionato. Il pullman della squadra lasciò l’impianto con alcuni minuti di ritardo sulla tabella di marcia e a suon di insulti, anche se non si registrarono danni al mezzo né episodi sopra le righe.

Il 23 febbraio 2022, al termine delle attività di indagine, la questura di Perugia aveva notificato ai sei tifosi il provvedimento di divieto, immediatamente esecutivo, di accedere a tutti i luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive. Per cinque di loro il Daspo aveva durata di un anno, per una sesta persona di cinque anni con obbligo di firma. Successivamente il Tar aveva sospeso le diffide, visto che dagli atti di indagine appariva incerta l’identificazione dei sei tifosi sul luogo ove si erano svolti i fatti.

Ieri la decisione finale del tribunale amministrativo, secondo cui i provvedimenti questorili erano gravati sotto plurimi profili, tra cui difetto di motivazione, vizio di eccesso di potere, travisamento e difetto di istruttoria sotto vari aspetti. Di qui l’accoglimento dei ricorsi presentati da Giulio Ciabattini, legale dei sei sostenitori amaranto. Il tribunale ha anche condannato il ministero dell’Interno al pagamento delle spese di lite, liquidate in duemila euro.