A sei giornate dalla fine del campionato l’Arezzo cambia ufficialmente obiettivo, alzando in corsa l’asticella delle ambizioni. La squadra è migliorata e, dettaglio importante, non c’è stato bisogno di esoneri, faraoniche campagne acquisti di riparazione o tensioni con la piazza. Il cambio passo sta arrivando e i numeri, dopo il colpaccio di Pineto, lo dimostrano. Il turn over è stato improduttivo quando ha coinvolto 8/9 elementi da una gara all’altra. Ma l’alternanza ha generato pure effetti benefici. E oggi i calciatori di Indiani sono tutti affidabili, tutti in condizione e tutti rodati. E possono permettersi di mirare il sesto posto (anche) per questo motivo

MIRINO PIU’ SU – A sei giornate dalla fine del campionato l’Arezzo cambia ufficialmente obiettivo, alzando in corsa l’asticella delle ambizioni. La salvezza non ha il conforto della matematica ma quello della logica sì e puntare ai playoff non è un’eresia. Lo dimostrano i numeri dell’ultimo periodo e l’affidabilità conquistata da giocatori che a inizio stagione erano un punto interrogativo. Il dettaglio significativo è che trattasi di lievitazione naturale, senza additivi di sorta: né esoneri né faraoniche campagne acquisti di riparazione né tensioni con la piazza. Solo un fisiologico percorso di crescita che sta dando i primi frutti.

CAMBIO PASSO – A Pineto, contro una squadra che nelle ultime due stagioni aveva perso solo 3 volte su 36 in casa, è arrivata una vittoria esterna che mancava da due mesi. Per uscire dal limbo del centroclassifica serviva un colpo sul pedale del gas e può darsi servirà una media punti superiore a quella di oggi. I numeri stanno migliorando e l’Arezzo adesso esibisce un curioso rendimento palindromo: 12 vittorie, 8 pareggi, 12 sconfitte. Per la prima volta in stagione è in perfetta parità anche la differenza reti: 39 gol fatti, 39 subìti. Ma il dato più eclatante è un altro: nel girone di ritorno gli amaranto hanno conquistato 6 punti in più rispetto all’andata. Non sono pochi.

CAMMINO LINEARE – Non era così scontato che l’Arezzo, con una rosa infarcita di giovani e di debuttanti in categoria, navigasse in acque tranquille per tutta la stagione, senza finire mai nelle zone pericolose e anzi centrando l’obiettivo primario con quasi due mesi di anticipo. La nostra storia insegna che imprevisti, contrattempi, ostacoli improvvisi possono sbucare fuori in qualsiasi momento. Quest’anno invece sta andando tutto liscio e lineare, segno che c’è del buono dietro. Nel calcio incide tanta casualità ma un’annata intera non è mai frutto del caso.

IL TRIDENTE – La vittoria di Pineto è arrivata sfruttando quei calci piazzati che per buona parte di stagione hanno fatto dannare. Il lavoro evidentemente paga, tant’è che nel girone di ritorno la squadra ha segnato 16 gol, la metà dei quali su palla ferma (compresi i rigori). Cominciano a diventare interessanti anche i numeri del tridente Gucci-Guccione-Pattarello, che porta in dote un complessivo di 26 gol, cioè due terzi del totale. Nel girone solo Cesena, Torres, Pescara e Rimini hanno tre giocatori con un totale più alto.

I CAVALLI BUONI – Possiamo dibattere finché vogliamo di moduli, formazioni, sostituzioni ma poi conta il campo. E il campo dice che l’Arezzo sta facendo quel che deve. Ci sono giocatori che mordono il freno (Settembrini) o che sono ai margini in modo cruento (Castiglia), ce ne sono alcuni che devono trovare la giusta collocazione (Catanese) e altri che potrebbero “riciclarsi” in posizioni diverse da prima (Renzi). Poi ci sono quelli che Indiani non cambierebbe mai (Trombini, Pattarello, Gucci), quelli sempre più fondamentali (Chiosa, Guccione) e via discorrendo, dentro uno spogliatoio composito come in ogni squadra di calcio. Il turn over, va detto, è stato improduttivo quando ha coinvolto 8/9 elementi da una gara all’altra. Ma l’alternanza ha generato pure effetti benefici. Oggi i calciatori di Indiani sono tutti affidabili, tutti in condizione e tutti rodati. L’Arezzo può permettersi di mirare il sesto posto (anche) per questo motivo. I cavalli buoni, come sempre, si vedono al traguardo.