Galuppini (Mantova), Shpendi (Cesena) e Adorante (Juve Stabia)

I lombardi, retrocessi in D l’anno scorso e poi ripescati, hanno affidato la squadra a un semi esordiente come Possanzini. Ed è stata una cavalcata trionfale con appena tre confermati e il 433 che ha esaltato l’esperienza di Burrai e la vena realizzativa di Galuppini (14 gol). I romagnoli hanno invece rispettato il pronostico dopo la semifinale playoff del 2023: decisivi il budget milionario, mister Toscano (specialista in promozioni) e i ragazzi del vivaio come Berti e Shpendi. Diverso il percorso dei campani: spese ridotte all’osso, un ds di 28 anni come Lovisa, panchina a un uomo di carattere come Pagliuca e alchimia giusta fin dall’inizio

Quando mancano appena 270 minuti alla fine della stagione regolare, la serie C ha già celebrato le proprie regine. Infatti tutti e tre i gironi hanno già il loro vincitore: Mantova per il girone A, Cesena nel B e da lunedì sera la Juve Stabia nel raggruppamento C. Tre successi arrivati con modi diversi, in un campionato come quello di terza serie che non sempre premia le favorite, ma a volte regala storie e protagonisti inaspettati. Cercheremo di analizzare come sono arrivate alla promozione queste tre compagini.

Partiamo dal girone A, dove si è imposto in modo del tutto inaspettato il Mantova. I virgiliani erano reduci dalla retrocessione della passata annata, arrivata ai play-out, dopo lo spareggio perso per mano dell’Albinoleffe. La società, dopo il ripescaggio, si è ritrovata in pratica con la rosa azzerata e qui è stato molto bravo il nuovo ds Christian Botturi, eletto miglior direttore sportivo del girone A l’anno scorso quando era alla Pro Sesto, a ricreare da zero una nuova squadra. Appena tre i riconfermati della passata stagione (Panizzi, Mensah e Monachello) e una campagna acquisti incentrata su giocatori esperti (Festa, Burrai, Redolfi, Muroni, Giacomelli e Galuppini per citarne alcuni) e giovani interessanti come Trimboli, Radaelli, Fiori a dimostrazione che a volte si può vincere subito con tanti giocatori nuovi. In panchina Davide Possanzini, in pratica all’esordio assoluto tra i grandi, eccezion fatta per due partite alla guida del Brescia la scorsa stagione, capace di dare da subito un’identità ben precisa alla squadra. Arrivato per fare la D, poi ritrovatosi in terza serie, è un ex collaboratore tecnico di De Zerbi nelle esperienze al Foggia, al Palermo, al Sassuolo e allo Shakhtar, dove ha costruito la sua idea di calcio, prettamente offensiva. La squadra ha sempre utilizzato il 433, con un’idea di calcio moderna e fluida, giocando in ampiezza, soprattutto con le catene degli esterni, dove il terzino Radaeli spesso attaccava molto alto, per permettere a Galuppini, autore di 14 reti, di stringere e diventare devastante tra le linee. Importante la stagione di alcuni under, su tutti quella dell’ala Fiori, in prestito dalla Spal, un 2003 autore di 9 reti, bravo a a saltare l’uomo e a concludere a rete. Idem dicasi per Trimboli, centrocampista cresciuto nella Sampdoria che ha passato la scorsa stagione al Ferencváros. Mezzala sinistra, molto dinamico, bravissimo a trovare lo spazio tra le linee e a dettare il passaggio alle spalle dei centrocampisti rivali. Il cammino è stato trionfale: 24 vittorie (13 in 15 partite tra ottobre e febbraio), 4 sconfitte, l’ultima a campionato conquistato nel turno scorso contro il Renate, miglior attacco del girone con 67 reti, 24 reti al passivo, a oggi miglior difesa del raggruppamento.

Il Cesena delle tre è quella cui ci soffermeremo di meno, perché quella che meglio conosciamo. Rispetto al Mantova, la promozione dei bianconeri fa meno scalpore (visto il secondo posto dello scorso anno e la semifinale play-off), arrivata al termine di una stagione programmata e costruita con un budget milionario per il successo finale, riconfermando e puntando su un mister che di successi in C se ne intende, ovvero Mimmo Toscano. La vittoria dei romagnoli è arrivata nel segno della continuità, inserendo in squadra quei giocatori (Donnarumma e Kargbo su tutti) che hanno permesso il definitivo salto di qualità a una rosa composta da tanti under provenienti dal settore giovanile e che anche nella massima serie. Su tutti Berti, che ha messo a referto 8 assist decisivi, ma soprattutto il cannoniere del girone (20 reti) Shpendi. Analizzando i freddi numeri, rispetto al Mantova è ancora maggiore il dominio del Cavaluccio che con 74 reti segnate e appena 18 subite vanta lo score migliore ma dell’intera terza serie. Modulo base 3412.

A sorpresa anche la vittoria della Juve Stabia nel raggruppamento C. Stando ai numeri pubblicati nelle settimane scorse è la società con il 13° monte ingaggi e un direttore sportivo giovanissimo, ovvero il nemmeno trentenne Matteo Lovisa, arrivato la scorsa estate in Campania, subito dopo la sua abilitazione al ruolo, dopo una lunga militanza nel Pordenone. La squadra non ha calciatori con nomi altisonanti o stipendi faraonici per la categoria e ha fatto dell’identità di gruppo e della solidità le sue armi migliori. A guidare in panchina le “vespe”, infatti, c’è il cecinese Guido Pagliuca, in estate accostato al Livorno prima che gli amaranto scegliessero di puntare su Giancarlo Favarin. Il tecnico, che in passato ha allenato anche Lucchese e Siena, è stato artefice di una cavalcata trionfale con i gialloblù. La Juve Stabia ha comandato fin dall’inizio il girone C di serie C superando la concorrenza di avversarie quali Avellino, Benevento e Casertana e ottenendo in 35 partite ben 21 vittorie, 11 pareggi e appena 3 sconfitte (4312 il sistema utilizzato). La difesa ben strutturata e solida (20 reti al passivo, la migliore del girone) si è poggiata sulle prestazioni di quel Bellich, autore anche di 5 reti, accostato in estate all’Arezzo. In mediana protagonisti due giocatori arrivati con Pagliuca da Siena, ovvero Leone e soprattutto l’ex amaranto Buglio. In attacco, di ottimo livello la stagione della coppia d’attacco composta da Candellone e Adorante, autori rispettivamente di 10 e 12 reti. La Juve Stabia ha dato sempre sensazione di compattezza, equilibrio, dove ognuno sapeva bene cosa fare. Difficile da perforare, ha spesso capitalizzato al massimo le occasioni costruite. La promozione della Juve Stabia è la dimostrazione che anche con spese sostenibili, senza follie, si può ottenere la promozione se si riesce a creare quell’alchimia necessaria ad ottenere il successo.