l'esultanza di Lazzarini con Guccione dopo il gol al Perugia

Il progetto tecnico avviato nel 2022 si arricchisce di un altro obiettivo centrato: la salvezza e i playoff dopo la promozione in C. I numeri danno l’Arezzo in costante miglioramento e l’utilizzo dei giovani porterà in cassa una cifra intorno ai 200mila euro. La squadra ha battuto tre delle prime cinque della classifica, compreso il Perugia con cui ieri si è giocata una partita senza calore e senza colore. E’ significativo che abbia segnato Lazzarini: arrivò in amaranto in mezzo al marasma, oggi è dentro un gruppo coeso che ha trovato la linea (tecnica e gestionale) giusta da seguire. Guai a cambiare

CELEBRATION – Se a parlare devono essere i fatti, l’Arezzo è in una botte di ferro. Il progetto tecnico avviato nel 2022 è stato corroborato da due obiettivi centrati: promozione in C + salvezza tranquilla con la spunta sulla parte sinistra della classifica. La squadra quest’anno non è mai stata nelle ultime cinque posizioni, non si è trovata mai con l’acqua alla gola e anzi, è migliorata cammin facendo fino a conquistarsi i playoff con novanta minuti di anticipo. Un biennio sotto l’egida della programmazione, che da queste parti non si vedeva da chissà quando. Giusto celebrare.

POLLICE SU – I numeri, al solito, offrono una chiave di lettura ancora più dettagliata: 23 punti nel girone di andata, 27 nel ritorno con un match da giocare; 28 i gol presi all’andata, 15 al ritorno; 23 i gol segnati all’andata, 21 al ritorno. Indiani ha quasi sempre fatto di necessità virtù, utilizzando gli under senza preclusioni di sorta (anche ieri erano in campo Trombini, Donati, Damiani e Gaddini + Montini) e portando nelle casse societarie una cifra che si aggira sui 200mila euro (calcolo a spanne ma realistico). La crescita, ragionando di squadra, è stata costante e globale. Perché il lavoro, alla fine, paga.

VITTORIE PESANTI – Il domandone, ripensando ai buoni propositi dell’estate scorsa, è questo: l’Arezzo è stato una mina vagante dentro il torneo oppure no? Il piazzamento finale, che oscillerà tra la settima e la decima posizione, spingerebbe a dire di sì. C’è voluto un po’ per calarsi nel ruolo e trovare continuità, ma era prevedibile. In ogni caso, scorrendo la classifica, gli amaranto in stagione hanno battuto la Carrarese terza, il Perugia quarto e il Gubbio quinto. Con la Torres se la sono giocata sia là che qua, con il Cesena hanno raccattato zero punti ma la capolista era un rullo compressore. Inoltre hanno vinto con la Spal e l’Ancona, il Rimini e l’Entella. Sulla mina vagante ognuno si sarà costruito la sua opinione, di sicuro affrontare l’Arezzo non ha fatto tirare un sospiro di sollievo a nessuno.

DERBYNO – Tornando a ieri. E’ stato un derby opaco nel primo tempo, decisamente più vivace nel secondo. Comunque un derby strano, ovattato, in un Curi semivuoto e con il settore ospiti senza colore e senza calore. E’ finito pari e tutto sommato è giusto così: Perugia si conferma campo quasi tabù (solo una vittoria in cento anni), nonostante l’Arezzo abbia giocato a viso aperto e ad armi pari con gli avversari, che hanno 13 punti in più in classifica. Dalla curva nord neanche un coro ostile. Soltanto un “rivogliamo i nostri nemici” che ribadisce quanto certe battaglie siano comuni (e necessarie) a tutti.

LAZZA-GOL – La squadra sta bene, è sempre in gara, corre e sembra un paradosso visto che nelle ultime 4 uscite ha raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti 1-1. Ma le partite vanno per conto loro, a volte senza rendere merito alle prestazioni. Il simbolo dell’escalation è proprio Lazzarini, in gol al Curi: arrivò in mezzo al marasma, in piena contestazione, in un clima di sfiducia che sembrava irrecuperabile, e si ritrova dentro un gruppo coeso che ha trovato la linea (tecnica e gestionale) giusta da seguire. Avanti così, guai a toccare gli ingranaggi che funzionano. Una foresta per crescere ci mette decenni, per bruciarla bastano pochi minuti.