OA ha riunito Abbruscato e Bazzani, Briaschi e Pilleddu, Tovalieri e Ugolotti, fino a Gucci, bomber dell’Arezzo di oggi. Platea gremita per celebrare alcuni degli attaccanti più amati. Tra ricordi, aneddoti e risate

Il calcione di Pilleddu all’altoparlante dello stadio dopo il gol al Varese, in polemica con la tribuna che mugugnava; la doppietta di Tovalieri al Parma, con i fischi che diventarono applausi; l’esultanza di Briaschi, che andava sempre ad abbracciare mister Menchino Neri; il monito di Cosmi e Sabatini a Bazzani, espulso in amichevole e catechizzato a dovere prima che cominciasse il campionato; il colpo di testa di Ugolotti a Perugia, per una vittoria rimasta unica; il rimpianto di Abbruscato per aver accettato la corte del Toro a metà di una stagione che chissà come sarebbe finita; la seconda giovinezza di Gucci, mai così in forma come nell’ultima stagione disputata a 33 anni.

Il cartellone di eventi di Orgoglio Amaranto, organizzato per celebrare l’anno del centenario dell’Arezzo, si è concluso ieri sera al teatro Pietro Aretino. Platea esaurita per ascoltare ricordi e aneddoti di attaccanti che hanno fatto esultare e gioire tante generazioni di tifosi amaranto. I gol sono stati il filo conduttore della serata, che ha ripercorso gli anni 80 di Tovalieri e Ugolotti, i 90 di Briaschi, Pilleddu e Bazzani, i duemila di Abbruscato fino ad arrivare all’attualità con Gucci.

La serata, dopo il ricordo dell’indimenticato Silvano Flaborea, è stata introdotta dal presidente di Orgoglio Amaranto, Daniele Farsetti, e dall’assessore Alessandro Casi. Poi è cominciato il lungo racconto che è durato poco più di una partita di calcio e che ha visto alternarsi sul palco Bobo e il Cobra, Albertino e Bazza, Elvis e Ugo-gol, fino a Niccolò, alfiere delle ultime due stagioni. Tutti accomunati dalla maglia da centravanti portata sulle spalle e onorata con il sudore, le prestazioni e i palloni spediti in fondo alla rete.