la Primavera 3 che vinse lo scudetto nel 2021

Il 20 giugno 2021 a Bomporto, nel modenese, gli amaranto batterono il Cesena ai rigori e conquistarono uno storico e meritato titolo italiano. Di quella rosa, però, solo un giocatore è arrivato tra i professionisti, mentre i romagnoli hanno lanciato i gemelli Shpendi, Berti e Francesconi. Alla guida della squadra, in quella stagione, prima Palazzi e poi Sussi, con Salvadori e Tromboni che allestirono l’organico

Tre anni fa a Bomporto, nel modenese, l’Arezzo conquistava il titolo italiano di Primavera 3. Gli amaranto allenati da Andrea Sussi superarono in finale il Cesena al termine di una lunga serie di calci di rigore, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi con un pirotecnico 3-3. Fu uno scudetto inatteso e spettacolare, arrivato al termine di una stagione disgraziata per la prima squadra (retrocessa dalla C alla D) e travagliata per la Primavera, che aveva cominciato con Mario Palazzi in panchina per poi cambiare guida tecnica.

Poi, cammin facendo, la squadra sbocciò fino ad approdare alle fasi nazionali. In semifinale gli amaranto fecero fuori il Perugia di mister Formisano (attuale allenatore della prima squadra, quel giorno squalificato) e quindi, come detto, il Cesena. I romagnoli erano i grandi favoriti, andarono tre volte in vantaggio e tre volte furono rimontati, fino a soccombere dal dischetto. A due anni di distanza balza all’occhio soprattutto un dato e cioè che diversi calciatori bianconeri sono riusciti a fare il salto di qualità, mentre di quell’Arezzo c’è solo un ragazzo arrivato tra i professionisti.

il Cesena che perse la finalissima ai rigori

La formazione della finalissima vedeva in porta Gagliardi (ultima squadra in cui ha militato l’Atletico Uri in serie D), con la linea difensiva composta da Bux (in Eccellenza a Foiano), Memushi (finito al Prizren in Kosovo), Martelli (in seconda categoria alla Tuscar) e Ferraro (in D con la Romana Fc). In mediana giocavano Mussi (alla Colligiana in Eccellenza), Verdelli (pure lui a Foiano) e Tordella (quest’anno titolare al Sora in D). In attacco giocavano e segnavano i gemelli Marras (Damiano ha vinto l’Eccellenza a Sondrio, Niccolò era in D con la nuova Reggina) e Sussi (l’unico in C con il Fiorenzuola, fermato di recente dal secondo brutto infortunio della sua carriera).

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Il fatto che nessuno si sia affermato tra i professionisti, nulla toglie alla soddisfazione di aver portato a casa il tricolore con merito, coraggio e doti tecniche. Diverso il destino di alcuni calciatori di quel Cesena, dove giocavano i gemelli Shpendi (Stiven è in A con l’Empoli, Christian ha trascinato in B il Cesena con 20 gol), Berti (38 presenze e 6 gol da rifinitore quest’anno in C) e Francesconi (38 presenze da centrocampista con i bianconeri).

A costruire quella rosa, poi diventata campione d’Italia, erano stati il capo scouting Cristian Salvadori (oggi a Sondrio dove ha vinto due campionati di fila, salendo in D) e il direttore sportivo Cristiano Tromboni. Quest’ultimo, qualche mese dopo lo scudetto, fu promosso in prima squadra insieme ad Andrea Sussi, che prese il posto dell’esonerato Marco Mariotti. Una parentesi che non fu troppo fortunata, anche perché in quel periodo si navigava a vista e l’Arezzo perse contatto dal vertice della classifica. Mister Sussi adesso allena il Torrita in Promozione, mentre Tromboni è in attesa di sistemazione dopo l’ultima esperienza con la Romana Fc.