L’annuncio di Manzo nella conferenza stampa di stamani. I due terreni sono da sempre al centro di un tira e molla fra i proprietari e la società amaranto, che non ha mai potuto acquistarli e ha spesso meditato di lasciarli per gli alti costi di affitto e manutenzione

Il destino dei campini è sempre lo stesso: le varie proprietà al timone dell’Arezzo li utilizzano, poi soppesano costi e benefici, decidono di non rinnovare il contratto d’affitto ma alla fine, per un motivo o per l’altro, non li abbandonano mai. Era già capitato in passato, sta succedendo anche adesso. Stamani Guglielmo Manzo ha annunciato che l’Arezzo continuerà a tenersi i due terreni d’allenamento per l’attività delle giovanili. Il contratto è ancora in vigore e non verrà risolto anticipatamente, nonostante la società abbia in gestione (oltre allo stadio) anche gli impianti delle Caselle, di Rigutino e di via Tagliamento (grazie alla partnership con la Uisp).

Durante la sua gestione, Manzo ha investito diversi soldi per la manutenzione del “Lebole” e dello “Zampolin”, affidandoli alle cure di Galardini Sport prima e Green Grass adesso. Il prato di entrambi si presenta in buone condizioni, con gli irrigatori e i trattorini tagliaerba in azione regolarmente. L’affitto scade nel 2025 e e i costi annuali per la gestione (circa 50mila euro fino a un paio d’anni fa), senza la prospettiva di poter procedere all’acquisto dei terreni, sono sempre stati una zavorra pesante.

Proprio a causa di questo vicolo cieco, nelle stagioni passate l’ex presidente Severini portò la prima squadra a Pescaiola e Indicatore, Ferretti addirittura ristrutturò l’impianto a La Nave, alle porte di Castiglion Fiorentino. I campini, nel frattempo, erano diventati uno sterpaio con l’erba alta due metri e l’Arezzo si allenava un po’ qua e un po’ là, a volte sul sintetico di Montefeltro, a volte dove capitava. La Cava, dopo la battaglia totale, si mise una mano sul cuore e firmò il nuovo contratto per l’antistadio, risolvendo anche il problema annoso del pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua.

Per adesso, quindi, avanti così, sperando che in un prossimo futuro la situazione possa sbloccarsi definitivamente e magari consentire all’Arezzo calcio di acquisire la proprietà dei due campi.