L’inizio stentato della squadra, le sconfitte rovinose con Pineto e Vis Pesaro, lo scetticismo su Troise. Poi un gol al minuto 89 e 59 secondi ha cambiato la storia recente: aggiustamenti tattici, maggiore qualità di gioco, punti. Con il pubblico della sud che ha dimostrato, ma non ce n’era bisogno, un atteggiamento encomiabile
Una delle massime che dovremmo ripeterci sempre, come un mantra, in ogni ambito della vita, calcio compreso – e, parafrasando Nick Hornby, se volete dirci che per voi il calcio non è un aspetto rilevante della vita, forse siete finiti sulla pagina sbagliata – è “non facciamoci prendere dal panico”. Questa eventualità è particolarmente calzante se pensiamo all’avvio di campionato dell’Arezzo targato Troise: una vittoria per 1-0 contro il Campobasso in 11 contro 10, due sconfitte abbastanza rovinose contro Vis Pesaro e Pineto. Non quello che si dice l’avvio dei sogni, e già, in perfetto stile aretino, si era creata la fronda di quelli che chiedevano a gran voce la testa dell’allenatore. Poi un altro 1-0, che col senno di poi potrebbe aver cambiato il volto di questa stagione, almeno fino a ora, con la palla che oltrepassa la linea di porta quando il cronometro segna 89 minuti e 59 secondi, contro il Legnago.
Da lì, l’Arezzo si è rimesso in carreggiata, vincendo altre tre delle successive quattro partite. E con un aspetto della faccenda che è decisamente in crescendo: la qualità del gioco offerto. Certo, ci voleva poco, diranno gli esperti di calcio, ed effettivamente quanto visto in avvio non faceva dormire sonni tranquilli neanche al più inguaribile degli ottimisti. Ma la partita di Sassari, sicuramente la migliore dell’anno, ci restituisce una squadra che ha recuperato la piena fiducia e consapevolezza dei propri mezzi, in grado di vincere con pieno merito contro una Torres che fin lì aveva collezionato 4 vittorie e 3 pareggi, e tutto sommato, anche considerate le assenze, non era così scontato.
Tutto risolto? Ancora una volta: non facciamoci prendere dal panico. L’equilibrio serve sempre, e passare dall’eccessiva insicurezza all’eccesso di fiducia è altrettanto sbagliato. Ci sono delle cose da sistemare, è chiaro, ma i tempi del moriremo tutti sembrano essere alle spalle, visto che l’Arezzo al momento si trova in un confortante quarto posto, e cioè dove gli analisti posizionavano gli amaranto prima dell’avvio del campionato. Alcuni accorgimenti tattici sono stati adottati, ed è confortante sapere di aver trovato in Ogunseye una valida alternativa alla “certezza” rappresentata da Gucci. E allora anche due sconfitte meritate contro due avversarie alla portata possono essere contestualizzate, la loro importanza nell’economia di un’annata venire ridimensionata.
Va poi detto, sempre sul fronte del “nervi saldi”, che è stato encomiabile l’atteggiamento dei tifosi nei confronti della squadra: sostenuta dal primo all’ultimo minuto in ogni partita, anche quando non è stato loro permesso di essere al seguito dei propri beniamini, senza contestazioni che forse in altri tempi ci sarebbero anche state visto l’avvio stentato. Ad Arezzo, non da ora ma più che in passato, squadra e tifosi remano dalla stessa parte. Solo così è stato possibile non farsi prendere dal panico in questo avvio di stagione: ricordiamocene, qualora dovesse esserci di nuovo un passo falso.