La vicenda risale al 2020, quando la società amaranto dovette sostituire le garanzie stipulate con Winter Bank per un importo totale di 900 mila euro. Ieri i finanzieri del comando provinciale di Padova hanno eseguito un provvedimento del tribunale che ha disposto undici misure cautelari personali

I finanzieri del comando provinciale di Padova, sotto la direzione della locale procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento del tribunale che ha disposto undici misure cautelari personali. Tre indagati sono finiti in carcere, quattro agli arresti domiciliari, tre con obblighi di dimora nel comune di residenza e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’attività ha portato al sequestro di beni per 3,5 milioni di euro nei confronti dei componenti di un sodalizio criminale che, almeno dal 2021, ha truffato cittadini italiani ed esteri procurando fideiussioni ritenute false o utilizzando in maniera fraudolenta un istituto di diritto anglosassone denominato escrow agreement o deposito fiduciario.

La vicenda riguarda anche l’Arezzo. Era l’autunno del 2020 quando la società amaranto, dopo la segnalazione della Lega Pro, dovette sostituire le fideiussioni stipulate con Winter Bank per un importo totale di 900 mila euro. Le fideiussioni, utilizzate per l’iscrizione al campionato di serie C e per l’extra budget necessario a coprire le operazioni di calcio mercato, in realtà erano semplici pezzi di carta, del tutto scollegate dagli istituti bancari o assicurativi. Sotto indagine c’erano più persone, tra cui un avvocato che veicolava in Bulgaria i proventi delle commissioni intascate. Nel caso dell’Arezzo, truffato come Livorno e Novara, si trattava di circa 190mila euro. Il modus operandi, a quanto pare, era stato utilizzato dagli indagati anche in altri contesti e circostanze. L’Arezzo è parte lesa in questa vicenda in quanto vittima di una frode.

Contestualmente alle misure cautelari, stamani sono state eseguite decine di perquisizioni nelle province di Benevento, Bergamo, Cremona, Firenze, Foggia, Milano, Padova, Torino e Venezia, con il coinvolgimento di altri reparti della Guardia di Finanza. Le indagini, scaturite da una strumentale denuncia di estorsione presentata, quale persona offesa, da uno dei principali indagati, hanno disvelato come la vittima fosse, in realtà, uno dei presunti promotori dell’ipotizzata attività illecita. L’organizzazione criminale, dopo aver individuato una platea di imprenditori e investitori dotati di solvibilità e fondi nel contesto internazionale, bisognosi di ulteriori risorse finanziare per avviare progetti talvolta anche milionari, sfruttava una società finanziaria anglosassone, caratterizzata da un’importante patrimonializzazione dovuta al possesso di centinaia di milioni di dollari di titoli di Stato belgi, per fornire garanzia di solvibilità da spendere nei confronti di primari istituti di credito, che avrebbero proceduto a erogare ingentissimi finanziamenti.

I malcapitati venivano quindi indotti, tramite un reclutatore appartenente al sodalizio, a rivolgersi a un legale, che avrebbe svolto il ruolo di escrow agent. Quest’ultimo, una volta ricevuta la somma a titolo di cauzione da parte dei depositanti, talvolta pari anche a diversi milioni di euro, di comune accordo con gli altri membri dell’organizzazione, provvedeva a ripartirla tra i sodali tramite disposizione di bonifici su conti correnti esteri accesi in Estonia, Germania e Regno Unito, con il fine di compiere condotte di riciclaggio e auto riciclaggio tese a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle provviste.

Gli indagati, con altri soggetti non destinatari dell’ordinanza, si erano resi responsabili di ulteriori truffe in danno di società di calcio, che, al fine di reperire le garanzie finanziarie per l’iscrizione al campionato di Lega Pro, si erano rivolte ai sedicenti professionisti per reperire le fideiussioni necessarie, poi rivelatesi false.