Si respirava la storia della città al teatro Petrarca, dove ieri sera è stata registrata la trasmissione per celebrare il mezzo secolo di attività di una delle prime emittenti private d’Italia, nel 2004 sponsor della squadra che riconquistò la serie B. Tra ricordi, grandi ospiti e forti emozioni

Teletruria ha celebrato i suoi primi cinquant’anni di attività ma in realtà ha reso omaggio a mezzo secolo di vita cittadina. Si respirava la storia di Arezzo tra i sedili della platea e sui palchi del teatro Petrarca, dove ieri sera è stata registrata la trasmissione della festa per una delle prime emittenti private nate in Italia. Cronaca, attualità, costume, sport, politica si sono intrecciati con i ricordi di chi Teletruria l’ha fondata, portata avanti, fatta crescere, protetta dai periodi di crisi e di chi l’ha costruita giorno dopo giorno con i servizi giornalistici, le immagini delle telecamere, i montaggi in sala regia. Ma la televisione della chimera è diventata ciò che è oggi anche grazie a tutti coloro che l’hanno semplicemente, affettuosamente, costantemente seguita dalla parte di qua dello schermo o, in tempi moderni, sui pc e sugli smartphone.

I conduttori Alex Revelli e Adriana Volpe hanno guidato il pubblico tra passato e presente. A introdurli ci ha pensato Vittorio Roggiolani, che con il suo “Giochino” è stato un pioniere dei programmi a cui partecipavano, via telefono, i telespettatori. L’editore Alessandro Butali ha ricordato la mission dell’emittente, che si è guadagnata credibilità e rispetto grazie all’equilibrio e alla perseveranza. Un grande applauso ha salutato l’omaggio ai suoi genitori, Benito e Vera, diventati proprietari di Teletruria nel 1982 dopo averla acquistata dalla famiglia Lebole per trasformarla in un gioiello di famiglia e traghettarla dall’era dell’analogico a quella del digitale: un traguardo a cui l’indimenticato Antonio Cherici, capo del pool tecnico, dette un contributo fondamentale. Impossibile non ricordare Gianfranco Duranti, tra i fondatori nel 1974 e poi storico direttore per quattro decenni.

Durante la serata, allietata dalle esibizioni del quartetto Oida e delle atlete della Ginnastica Petrarca, sono stati premiati con la chimera d’oro sei personaggi che portano in alto il nome della città: l’allenatore di calcio Maurizio Sarri per lo sport, la dottoressa Fiorella Guadagni per la ricerca e la medicina, Albano Bragagni di Tratos per l’innovazione tecnologica, Cristina Squarcialupi di Chimet e Unoaerre per l’industria, Andrea Scanzi per il giornalismo, Valentino Mercati di Aboca per l’agricoltura bio.

Teletruria sulle maglie dell’Arezzo nel 2004

Un premio, accompagnato dal rullo dei tamburi e dallo squillo delle chiarine del Gruppo Musici della Giostra, è stato consegnato dall’amministratore delegato Paolo Dottori all’attuale direttore dell’emittente, Luigi Alberti, che ha sottolineato lo spirito di servizio e la passione per il territorio con cui Teletruria ha saputo resistere ai cambiamenti del settore televisivo. Ha dedicato la chimera che stringeva tra le mani alle redazioni con cui ha lavorato, ai colleghi di oggi ma soprattutto a quelli di ieri, compagni di un’avventura arrivata molto lontano: Romano Salvi e Mauro Bellachioma, Carlo Gabellini e Ivo Brocchi. Ma anche Carlo Casi e i tecnici che adesso possono godersi la meritata pensione, da Claudio Caloni a Natale Teci e Marcello Vardi.

Non poteva mancare la benedizione di don Alvaro Bardelli, parroco della Pieve, per chiudere una serata di grandi emozioni. Teletruria è un punto di riferimento per Arezzo e anche per l’Arezzo: Benito Butali e Gianfranco Duranti sono stati presidenti amaranto negli anni ’80, il logo dell’emittente compariva sulle maglie della squadra che nel 2004 riconquistò la serie B. Ma più in generale, la vera vittoria di questi cinquant’anni è che una notizia non è vera se non l’ha data Teletruria. Tanti auguri!