Mattia Damiani in campo a Perugia in Coppa

Il centrocampista è rientrato in squadra dopo tre mesi di stop per l’intervento chirurgico al ginocchio e si è dimostrato subito in palla. Il 442 è il suo modulo naturale ma ormai sa districarsi anche nella mediana a tre. Ancora in cerca del primo gol con l’Arezzo (“Fabbian del Bologna è il mio modello per capacità di inserimento in area”), con lui Troise ha una preziosa alternativa in più

Cinque minuti con il Pescara, giusto per scrollarsi di dosso la polvere della lunga assenza. Un tempo nel derby di campionato, dimostrando di non aver smarrito quella combattività che lo ha sempre contraddistinto. Ottanta minuti contro il Perugia in Coppa Italia, assolutamente a suo agio in mezzo al campo.

Il rientro di Mattia Damiani dopo tre mesi di stop per l’infortunio al ginocchio e il successivo intervento chirurgico, sta andando meglio del previsto. E’ come se non si fosse mai allontanato dai compagni e dalle partite, mentre invece avrebbe potuto pagare dazio, specie considerando il coefficiente di difficoltà delle tre gare cui ha preso parte negli ultimi giorni.

Classe 2003, friulano di Tolmezzo, prodotto del vivaio dell’Udinese, è cresciuto giocando quasi sempre da mediano nel 442. E difatti è proprio quello il modulo in cui si esprime meglio, anche se ad Arezzo ha imparato a disimpegnarsi nel reparto a tre. Dinamico, aggressivo, bravo nel contrasto e nel recupero palla, ha un caratterino tosto. A Perugia ha preso il giallo pochi minuti dopo essere subentrato, l’anno scorso a Pontedera battibeccò con l’allenatore Canzi che poi lo sgridò in sala stampa e in generale è uno che il piede non lo toglie mai. Però sa gestirsi e in carriera non ha subìto nemmeno un’espulsione.

Di contro, da quando veste l’amaranto non ha mai fatto gol. Ed è proprio quello il dettaglio su cui sta lavorando, tant’è che di recente ha citato il coetaneo Fabbian del Bologna come esempio da seguire: “Ha una dote che non ho – ha detto Damiani – e cioè l’inserimento in area. Lo guardo spesso per migliorare in fase realizzativa”.

In attesa che arrivi la prima gioia nel calcio dei grandi, Troise ha comunque recuperato un elemento prezioso nella composizione del centrocampo. Con Damiani aumentano le soluzioni tattiche, anche perché è un giocatore che sa accoppiarsi con tutti i suoi compagni. Inoltre ha personalità, la palla non gli scotta tra i piedi e vanta fondamentali grazie a cui può permettersi giocate decisive, come l’assist per Guccione di venerdì scorso al Curi o il cambio gioco con cui spedì Gaddini a fare gol contro l’Ancona nella passata stagione.

Ci sta che nelle prossime settimane venga fuori qualche fisiologico inciampo nel rendimento ma il suo ritorno è molto importante, specie in vista di un mese di dicembre con cinque partite in 22 giorni (Virtus Entella, Lucchese, Pianese, Trapani, Campobasso).

Il giocatore è sotto contratto fino al 2027 e al termine di questo campionato l’Udinese può esercitare il diritto di recompra per una cifra che si aggira sui 200mila euro. Comunque vada a finire, per l’Arezzo (e anche per Damiani) sarà un successo.