Il difensore, 36 anni, ha giocato 94 volte con la maglia dell’Arezzo. Fu proprio Capuano a portarlo in amaranto, dove poi ha conquistato due salvezze e un playoff. Nell’annata 2017/18, con Pavanel allenatore, fu uno dei pilastri in campo e fuori. Adesso è il capitano del Trapani e domani torna per la prima volta da ex al Comunale
E’ una storia lunga e per niente banale quella che lega Sergio Sabatino all’Arezzo. Il difensore del Trapani, classe 1988, arrivò in amaranto la prima volta nell’inverno del 2014. “Capuano mi contattò il giorno di Natale – rivelò in seguito il giocatore – e accettai con entusiasmo”. Di lì in avanti Sabatino ha indossato la maglia amaranto per 94 volte, sempre in serie C, portando la fascia di capitano e vincendo il Cavallino d’oro nel 2018.
E’ un’esperienza densa di aneddoti la sua, a cominciare dal debutto del 6 gennaio 2015 a Bolzano contro il SudTirol, in una partita che doveva iniziare alle 11 e che venne posticipata di quasi due ore a causa del terreno ghiacciato. Appena entrato in campo si fratturò il setto nasale, tant’è che poi dovette giocare con la maschera protettiva e un cerotto per diverse settimane. Il 22 febbraio segnò il suo primo gol con l’Arezzo, firmando una vittoria tutta cuore contro il Bassano. A fine stagione l’inatteso addio (“con la società non trovammo l’accordo e a malincuore rientrai in Sicilia all’Akragas”), poi a dicembre il nuovo approdo in amaranto: “Fu sempre Capuano a volermi, quella volta mi chiamò il 24 dicembre. E tornai”.
Sabatino ad Arezzo ha conquistato due salvezze nelle prime due stagioni, con Capuano e Bucaro in panchina. Poi ha fatto parte della rosa che con Sottili era cresciuta di livello, rinforzata dagli arrivi di Muscat e Luciani, Foglia e De Feudis, Cenetti e Corradi, Polidori e Moscardelli. Nel 2017 furono playoff ma la squadra arrivò all’epilogo del campionato in netto calo e perse al primo turno, in casa contro la Lucchese, nella serata che segnò il canto del cigno della gestione Ferretti.
L’anno successivo il difensore di Corleone fu uno dei migliori per rendimento e prestazioni, utilizzato da terzino e da centrale. Segnò un gol nella vittoriosa trasferta di Gorgonzola contro la Giana Erminio, quando ancora c’era Bellucci in panchina, e poi diventò uno dei punti di riferimento dello spogliatoio durante la battaglia totale, con Pavanel allenatore e le incredibili peripezie societarie che influenzarono la classifica a causa dei 13 punti di penalizzazione. La frattura dell’omero lo fermò sul più bello, subito dopo l’1-0 al Livorno firmato Moscardelli, ma non gli impedì di godersi il dolce epilogo e la premiazione al quartiere di Porta Santo Spirito.
Anche quell’estate, come successo nel 2015, la società però prese un’altra strada e lui passò alla Triestina, per poi restare sempre al sud tra Sicula Leonzio, Messina, Fidelis Andria, Lamezia Terme, Casertana e Trapani, con cui l’anno scorso ha vinto da capitano campionato di serie D, Coppa Italia e scudetto dilettanti. Domani sera tornerà per la prima volta da ex al Comunale.