Ha preso la società nel 2007 in Eccellenza per riconoscenza verso Chiavari, dove è nato nel 1954. Presidente di Duferco e di Federacciai, il suo gruppo ha circa 2.500 dipendenti e un fatturato di 47 miliardi di dollari. Il club ha il terzo monte ingaggi del girone. “Con me ci sono gli stessi dirigenti da 18 anni, ai quali si sono aggiunti dei giovani con nuove idee. Bravo Gallo ad amalgamare il gruppo”
Antonio Gozzi è presidente del gruppo Duferco (produzione, importazione, esportazione di acciaio), di Federacciai e della Virtus Entella. Classe 1954, è nato a Chiavari e al suo paese ha voluto restituire parte della ricchezza che ha saputo costruirsi. Nel 2007 ha acquistato la società di calcio, all’epoca in Eccellenza, e l’ha portata in B tre volte: nel 2014, nel 2019 e nel 2025.
Gozzi, con la sua attività industriale, è un uomo potentissimo. Basti pensare che ha circa 2.500 dipendenti (un migliaio in Italia) e un fatturato di 47 miliardi di dollari (dati del 2023). La Virtus Entella è una società che spende: nella stagione 2023/24 aveva il terzo monte ingaggi del girone B con 4 milioni e 783mila euro, che nella stagione 2024/25 è salito a 5 milioni e 938mila euro.
“E’ stato un anno molto bello per noi, venivamo da una stagione sfortunata e brutta – ha detto Gozzi dopo la partita con l’Arezzo. Accanto al gruppo dirigente che mi segue da 18 anni c’è stato un innesto di giovani che hanno fatto scelte fondamentali per la squadra e gliene va reso merito. A me il calcio dei fondi d’investimento stranieri non convince, mi piace il calcio delle famiglie italiane che s’impegnano e cercano di dare continuità. Quest’anno ha vinto un’Entella rinnovata e che guarda lontano con passione, dedizione e nuove idee. La squadra è un capolavoro che si deve alla dirigenza e all’interlocuzione che hanno avuto con il mister. Nereo Rocco diceva che gli allenatori sono pastori di tori e aveva ragione: la grande qualità di Gallo è aver amalgamato i calciatori, facendone un gruppo straordinario. Ho amato tutte le squadre sotto la mia presidenza ma questa più di tutte per la qualità umana dei ragazzi. Vincere la partita con l’Arezzo, nonostante avessimo già raggiunto la B, la dice lunga sulla forza mentale dello spogliatoio”.