Cristian Bucchi, classe 1977, ingaggiato a febbraio

“Per la prima volta ricomincio con lo stesso club con cui ho chiuso l’annata. E’ una sensazione speciale, ad Arezzo ci sono i presupposti per raggiungere grandi traguardi”. Il modulo tattico, il mercato, le ambizioni, la serie B: intervista all’allenatore amaranto sotto contratto fino al 2028

Mister, è andato giù il boccone amaro dei playoff?

E’ andato giù. Ho un milione di difetti ma mi riconosco il pregio della lucidità. Il rammarico per l’eliminazione è forte, però non posso non considerare il percorso che abbiamo fatto. Se guardo da dove siamo partiti e dove potremo arrivare un giorno, sono contento.

L’allungamento del suo contratto fino al 2028, già prima dei playoff, ha seguito tempistiche corrette?

Ma sì, non c’è nessuna dietrologia da fare. Ne parlavamo già da un po’, il messaggio della società è stato quello di ribadire fiducia nel sottoscritto e nel direttore. Il futuro è chiaro e definito, altre interpretazioni non ve ne sono.

Il direttore Cutolo ha detto che l’estate scorsa il suo era un profilo inarrivabile per l’Arezzo. Se l’avessero contattata, cosa avrebbe risposto?

Probabilmente avrei detto no, ero orientato verso una categoria diversa. E dico la verità: anche a gennaio la mia aspirazione era quella di trovare squadra in B. Poi certe situazioni non si sono concretizzate e la chiamata dell’Arezzo mi ha dato una scossa inattesa: ho avvertito passione, voglia, la squadra mi piaceva, l’ambiente pure. Oggi dico che con la giusta fatica, con il lavoro, posso riconquistare quello che volevo mesi fa.

C’è già stato il vertice di mercato con presidente e direttore?

Sì, ci siamo visti nei giorni scorsi a Roma. Ripartiamo dallo zoccolo duro, cioè da una quindicina di calciatori, sia da un punto di vista tecnico che umano. Ci sono diverse valutazioni da fare ma è chiaro che gli elementi più utilizzati sotto la mia gestione sono quelli sui quali contiamo. Poi dipenderà anche dalla volontà dei ragazzi, di tutti i ragazzi.

con il presidente Manzo e il ds Cutolo

Lei non ama parlare di sistemi di gioco ma le domando se il 433 resta la base tattica migliore per la squadra?

Diciamo di sì. In tre mesi non ho potuto né voluto mettere troppa carne al fuoco sul piano tattico. In estate valuterò bene la rosa a disposizione e tirerò le mie conclusioni. A oggi il 433 è l’abito più adatto, fermo restando che un piano B lo metteremo a punto.

La scelta di Guccione play la considera definitiva o può cambiare tutto di nuovo?

Per me, anche in base ai riscontri avuti in partita e in allenamento, è una scelta definitiva. Guccione in quella zona di campo può darci molto.

Le chiedo di Damiani e Dezi, due con il punto interrogativo per motivi diversi. Il primo è un talentino di 23 anni, vincolato fino al 2027 ma che ha avuto poco spazio, anche a causa degli infortuni. Il secondo è un giocatore esperto che ha voluto lei ma che è in scadenza. Resteranno?

Dezi lo conoscevo bene, era fermo da mesi e io sono arrivato a mercato chiuso. Per fortuna avevamo uno slot disponibile, l’abbiamo preso perché sapevo quanto poteva dare in campo e fuori. Ne ho avuto conferma: è un ragazzo positivo, porta energia, entusiasmo, ottimismo. Può essere d’aiuto anche l’anno prossimo, tracciando un solco per far crescere i giovani tra i quali Damiani. A me piace, ha pagato solo la condizione atletica non ottimale. Si è operato due volte, ha dovuto sempre rincorrere una forma fisica che non è mai stata quella top. Dipenderà anche da lui, per quanto mi riguarda lo vedo con l’Arezzo.

Dal mercato dovrà arrivare anche un’altra prima punta da affiancare a Ravasio. Quali caratteristiche deve avere il suo centravanti ideale?

Quelle di Ravasio. Per me è un giocatore moderno, forte fisicamente, che sa giocare con la squadra e pulire tanti palloni. Da quando ci sono io, ha segnato 4 gol in 13 partite. Significa che in una stagione intera andrebbe in doppia cifra. Lui sa che deve compiere un altro step, gliene ho parlato spesso, e cioè acquisire la cattiveria del bomber, quella fame di buttarla dentro che ancora ha solo in parte. Quando comincerà a segnare gol brutti e sporchi, avrà fatto il salto di qualità.

Capello resta uno sul quale puntare?

Capello non è difficile da allenare, anzi. Ha avuto un atteggiamento di grande valore in questi mesi: ha capito cosa era utile alla squadra e si è adattato, anche se ha dovuto fare cose che non erano utili per lui. Lo tengo in grande considerazione.

il saluto ai tifosi dopo l’eliminazione nei playoff

Mister, ma l’obiettivo quindi quale sarà: migliorare il quinto posto o lottare fino all’ultima giornata per andare in B?

Io sono nel calcio da anni, non impicchiamoci alle parole. L’Arezzo è ambizioso e vuole essere protagonista. L’obiettivo è fare un balzo in avanti, quindi stazionare lassù e dare tutto per ottenere il massimo, che sarebbe la promozione.

Che tipo di mercato dobbiamo aspettarci?

Un mercato intelligente, che non significa comprare di tutto e di più spendendo cifre folli. Non è questa la ricetta per vincere, bensì il lavoro sul campo, il gruppo, il pensare positivo. Pochi proclami, tanti fatti.

Crede che ritroverà Pattarello in ritiro?

Non lo so, dipenderà da lui e da cosa riterrà più utile per il suo futuro. Io nel 2006 ero a Modena e non sarei mai venuto via. Avevo segnato 30 gol, stavo bene. Poi arrivò la chiamata del Napoli e dentro di me cambiò tutto. Così funzionerà per Pattarello. Se avvertirà la necessità di fare un’esperienza nuova, sarà giusto assecondarla sia per lui che per noi.

E’ la prima volta in carriera che lei ricomincia con la stessa squadra con cui ha chiuso l’annata precedente. Perché non è mai successo prima e che effetto le fa?

Alla Torres vivemmo una stagione ottima ma la società era in difficoltà. E cambiai. Altre volte ho avuto la possibilità di migliorare, come dopo i playoff di B con il Perugia, quando mi chiamò il Sassuolo in A. Altre volte ancora venivo da un esonero e in quei casi non è semplice. La sensazione comunque è speciale: ad Arezzo ho trovato una squadra che non era la mia e nonostante questo c’è stato un feeling immediato. Quindi non vedo l’ora di ricominciare. Penso che, con l’aiuto di tutti, si possano veramente raggiungere grandi traguardi.