prima partita in amaranto per Ravasio

L’Arezzo a Gubbio fatica a proporre gioco e non si rende quasi mai pericoloso. Il centravanti arrivato giovedì dal Cittadella schierato subito titolare ma senza una palla giocabile, Tavernelli ai margini del match, Guccione entra ma non si accende. Scampolo di gara per Chierico a quattro mesi dall’infortunio

Le pagelle di Gubbio-Arezzo.

TROMBINI ng Inoperoso e, probabilmente, anche infreddolito sotto le folate della gelida tramontana. Il brivido più grosso però glielo procura Gilli con un retropassaggio in stile Lazzarini-Gaddini-Montini che lo costringe a dimenarsi sulla riga di porta. Poi null’altro.

MONTINI 6.5 Visto che là davanti non cavano un ragno dal buco, si mette in proprio e tenta di risolvere lui la contesa. Suo l’unico tiro in porta del primo tempo, parato con bel riflesso da Venturi. Suo anche l’unico tiro pericoloso della ripresa, con una deviazione di tacco (sì, di tacco) che si spegne vicino al palo. Poi viene chiamato fuori (25′ st Gigli 6 Buttato in campo per sfruttare i centimetri nei mischioni finali. In effetti svetta su due corner ma la mira non è felice come a Legnago).

GILLI 5 Fuori sincrono fin dall’inizio, senza la spavalderia degli esordi. Gestione imprecisa della palla, l’attentato a Trombini di cui sopra e un fallo dentro l’area su Tomassini che avrebbe comportato rigore + rosso. Per fortuna Starnini lo grazia tirando su la bandierina a segnalare un offside.

CHIOSA 5 Partitaccia anche per il cap. Il Gubbio non attacca mai o quasi, però nel secondo tempo D’Ursi gli svicola via profittando di un maldestro tentativo di anticipo e di un corpo a corpo troppo mollaccione. Con la metà campo incustodita, poteva andare decisamente peggio (35′ st Ogunseye ng Troise aveva detto che voleva rilanciarlo ma poi gli preferisce Ravasio, arrivato tre giorni prima. Va dentro negli ultimi 14 minuti, in cui combina poco e non solo per sua responsabilità. Quando stava per buttarla dentro, Nigro lo stoppa con un fischio per una spinta troppo vigorosa).

RIGHETTI 5 Anonimo. Non è più il terzino baldanzoso che si proponeva sulla corsia esterna, adesso resta nascosto tra le pieghe della partita. Meno caldo anche il piede mancino, sua arma migliore (11′ st Coccia 6 Perlomeno fa un po’ di casino lì in fascia, specie quando Pattarello viene a dargli una mano. Più quantità che qualità).

RENZI 5 Qualche cosina qua e là ma nulla che tracci l’identikit del mediano in stile pendolino che rinculava e attaccava, difendeva e affondava. Novanta minuti + 4 di recupero senza squilli.

SANTORO 5 Regia compassata, causa ed effetto di una partita lenta, contratta, abulica. Il gioco non decolla mai, nemmeno con l’uomo in più.

MAWULI 5 L’ennesima prestazione sbiadita di una stagione costantemente sotto traccia. L’unico sussulto quando riconquista a metà campo la palla che poi propizia l’espulsione di Rosaia. Fine (11′ st Guccione 5 Dovrebbe andare dentro e portare la luce, invece trotterella senza la lampadina accesa).

PATTARELLO 6.5 Come accaduto spesso, la fase offensiva dell’Arezzo ricade quasi interamente sulle sue spalle. E sulle sue sgassate di qua, di là, a volte litigando con il pallone, a volte con gli avversari, a volte con l’arbitro. In porta non tira mai ma è l’unico che dà la sensazione di poter partorire una giocata decente, di avere in canna un colpo efficace. Non a caso Rosaia viene cacciato per una pedata ai suoi danni. Generoso e irrisolto, arrembante e caotico come ci ha abituato.

RAVASIO 5 L’infortunio di Capello gli spalanca le porte del debutto dal primo minuto. E con il senno di poi, forse se lo sarebbe risparmiato. La squadra è semi paralizzata dalla tensione, davanti non arriva una palla che sia una e i minuti che passano gli prosciugano via via le energie. In pratica non si vede mai.

TAVERNELLI 5 Lui vorrebbe attaccare lo spazio, andare a puntare i terzini, distendere la corsa. Tutte cose che la squadra non riesce a concedergli, finendo per intristirlo e indispettirlo al punto che quando viene richiamato in panchina, non la prende per niente bene (24′ st Chierico ng Aveva lasciato l’Arezzo nel clima festaiolo di Sassari e lo ritrova con i tifosi che invitano tutti fuori dai coglioni. Al rientro dopo quattro mesi, in un contesto complicatissimo, fa quel che può. Bentornato).