il presidente Manzo e mister Conte prima di Napoli-Arezzo

Calcio mercato e aspettative, esuberi e facce nuove, bizzarrie e bei colpi, ambizioni e sostenibilità, il Napoli e il Mantova, Santoro e Capello, Varela e Iaccarino

PORTE GIREVOLI – In un mercato con pochi sussulti rispetto alle abitudini, l’Arezzo si è distinto come uno dei club più attivi insieme al Benevento. Sette gli innesti ufficializzati in questo mese. A parte Venturi, tesserato a fine giugno, sono arrivati, nell’ordine, Varela, Arena, Perrotta, De Col, Dell’Aquila, Iaccarino e Meli. Ceduti Santoro, Capello, Gaddini e Damiani, il cui trasferimento all’Arzignano è praticamente fatto. Restano da piazzare Del Fabro, Lazzarini, Montini, Fiore e Settembrini, tutti sotto contratto fino al 2026. Così a occhio sarà più complicato vendere che completare la lista dei 23.

UNA CASELLA VUOTA – A proposito di lista. Al momento, escludendo gli esuberi sopra citati, sono 22 i calciatori a disposizione di Bucchi: 2 portieri, 8 difensori, 7 centrocampisti, 5 attaccanti. Resta da occupare uno slot, lasciato disponibile per un altro centravanti che affiancherà Ravasio come terminale offensivo. Successivamente, se si presentasse una ghiotta occasione di mercato, prima di acquistare bisognerà liberare un posto. I ragazzi delle giovanili, da Ferrara a Concetti, da regolamento non rientrano nell’elenco. L’Arezzo, per scelta, così come l’anno scorso non farà minutaggio e non accederà ai contributi di Lega per l’utilizzo degli under. Nella stagione 2023/24 in cassa entrarono più di 200mila euro.

SILENZIO – Il 12 luglio è morto Mauro Ferretti, presidente amaranto dal 2013 al 2018. Da parte della Ss Arezzo, neanche un rigo di cordoglio né un post di vicinanza alla famiglia. Può sembrare paradossale che un’osservazione del genere giunga da questa testata, che con la gestione Ferretti non ha mai avuto rapporti idilliaci. C’è però un garbo istituzionale che andrebbe sempre rispettato, nonostante quei cinque anni siano stati burrascosi e con un epilogo discutibile. Ma Ferretti è anche quello che ad Arezzo ha portato Gemmi, Tremolada, Moscardelli e Cutolo, giusto per citarne quattro. Un messaggio pubblico di condoglianze avrebbe nobilitato il presente senza revisionismi inutili del passato, fermo restando che nel 2013, alla festa per il novantesimo anniversario del club, Ferretti non invitò il suo predecessore Severini perché i due erano in lite dopo il passaggio di proprietà. Una sorta di contrappasso postumo, che comunque non sposta il senso del discorso.

Emiliano Pattarello con i premi ricevuti al termine della stagione 24-25

DICIAMOLO SOTTOVOCE – L’Arezzo di quest’anno è competitivo per il salto di categoria e nei prossimi giorni analizzeremo l’organico nel dettaglio. Secondo Transfermarkt, il valore della squadra è cresciuto dai 4 milioni di euro della stagione 23-24 ai 7 milioni del 25-26, senza considerare che manca ancora un innesto. Le amichevoli d’estate si rivelano spesso un boomerang clamoroso, specie se vinci contro i campioni d’Italia o un avversario di categoria superiore. Però fruttano pure fiducia, positività, autostima, tre parole cardine per Bucchi. Inoltre il percorso tecnico racconta di un miglioramento progressivo che ha portato il club, via via, a vincere la serie D, raggiungere l’ottavo posto in C, agguantare il quinto e mettere nel mirino la promozione. Il grande vantaggio è proprio questo, dentro un girone in cui ci sono sei squadre su venti che vengono dai dilettanti (un record!), piazze calde alle prese con gravi problemi societari (Rimini, Ternana) e società che devono trovare una nuova progettualità dentro e fuori dal campo (Ascoli, Perugia, Torres). Da noi i favori del pronostico sono sempre stati un fardello pesante. E la B è stata raggiunta quattro volte in centodue anni. Magari stavolta, toccando ferro, s’inverte il trend.

10 E LODE – A tal riguardo, eclatante la dimostrazione di forza con la vicenda Pattarello. Dopo un primo adeguamento di contratto datato 2024, il club ne ha ufficializzato un altro lo scorso 22 luglio, togliendo dal mercato il suo giocatore più richiesto e blindandolo fino al 2029. Il numero 10 guadagna intorno ai 200mila euro a stagione, un contratto da top top player per la categoria, a riprova che l’obiettivo è la B senza se e senza ma. A chi ha vissuto 17 aprile, estate 2010 e battaglie totali, resta sempre quel dubbio recondito e inconfessabile sulla sostenibilità a medio/lungo termine di certe gestioni. Ma che l’Arezzo paghi regolare e sia un club sano, oggi non può smentirlo nessuno. Dunque i dubbi li affoghiamo in un brindisi a ciò che saremo, confidando che Aurelio Mencaroni si tolga la soddisfazione sfuggitagli nell’al di qua.

Varela e Chierico, giocatori molto attesi

BIZZARRIE – Alcune operazioni hanno segnato una brusca e singolare sterzata rispetto al recente passato. Santoro è stato ceduto dopo che a gennaio gli era stato allungato il contratto fino al 2027. Carte alla mano, era considerato uno su cui puntare. Poi è andato al Guidonia a titolo definitivo. Capello, portato giù dalla B sei mesi addietro e magnificato per essere un raffinato senza ruolo, è finito a Vicenza proprio perché di difficile collocazione tattica. Il teatrino con cui venne annunciato in conferenza stampa, cui partecipò in modo sorprendente anche Troise, non gli ha portato fortuna. Gaddini (2002), cresciuto qua e sgrezzato dopo gli esordi in C, con il cartellino di proprietà dell’Arezzo, si è trasferito definitivo al Cittadella. L’esterno giovane ora è Dell’Aquila (2004), prestito secco dal Torino. Lo stesso Coccia, strappato al Modena un’estate fa e con altri due anni contratto, è stato e forse è ancora un cedibile. Diciamo che non c’è rosa senza spine e il calcio (mercato) non fa eccezione.

VA BENE COSI’ – Altri movimenti invece hanno un bel timbro, in attesa di Cianci o chi per lui. L’acquisto che più stuzzica la fantasia è quello di Varela per ovvi motivi: dal look alle caratteristiche, ha tutto per incendiare i tifosi. Potenza fisica, strappo, velocità, la promozione in B con la Reggiana di due stagioni addietro: il giocatore c’è, è perfetto per il 433 di Bucchi, ha segnato al Napoli e promette fuoco e fiamme. E’ uno abituato a vivere le pressioni dell’alta classifica, sa spaccare le partite. Un bel colpo, preparato con cura al riparo dai rumors. L’arrivo più intrigante però è quello di Iaccarino. L’unico difetto è che sia qua solo a titolo temporaneo, per il resto è un innesto intelligente, studiato da mesi e figlio di quelle intuizioni che vanno riconosciute a Cutolo. Play sui generis, ex trequarti, meno appariscente di Guccione ma più lineare, è un ragazzo con grandi prospettive. Ricorda un po’ l’acquisto di Chierico, anche quella un’operazione mirata e chirurgica. Se non fosse stato per gli acciacchi, Chierico avrebbe già la fila di corteggiatori fuori la porta. In bocca al lupo a tutti e tre.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine