Nell’estate del 2004, dopo la cavalcata della squadra di Somma, vennero staccate 1.865 tessere nonostante un mercato scoppiettante con l’ingaggio del bomber Spinesi. Ecco perché oggi, considerando la mancanza di pacchetti famiglia, prezzi non proprio economici e calendario spezzatino a uso delle televisioni, non ci si può lamentare. Né è coerente paragonare la nostra a piazze che hanno disputato tanti campionati di A come Ascoli. E comunque, con la proroga della campagna, non andremo lontani dalla fatidica soglia auspicata da tutti
Estate 2004. Il popolo amaranto sta ancora festeggiando la cavalcata trionfale con la quale l’Arezzo di mister Somma ha conquistato la promozione in serie B. Promozione del tutto inaspettata visto che la squadra si era presentata ai nastri di partenza di quel campionato da ripescata e senza alcuna iniziale velleità di primato. Il presidente Mancini, per il ritorno nella serie cadetta, fece le cose in grande e fra i molti giocatori acquistati fece scalpore l’ingaggio di Gionata Spinesi, il più forte centravanti che in quel periodo c’era sul mercato. La prima giornata contro il Catania si contarono 1.865 abbonamenti, dato non certo esaltante e lontano dal record assoluto di 2.388 tessere staccate nella stagione 1984/1985, quando l’allora patron Terziani non nascose l’idea di tentare il grande salto in serie A, ingaggiando fra l’altro calciatori del calibri di Di Mauro, Miani, Bertoni, Bonesso solo per citarne alcuni.

Perché diciamo questo? Perché da questi dati si evince chiaramente che il tifoso amaranto non è incline ad abbonarsi neanche negli anni migliori della centenaria storia del Cavallino. Se la squadra va bene il Comunale si riempie, ma all’inizio è sempre stato difficile se non impossibile alzare decisamente l’asticella del numero di tessere. Lo dicono appunto i numeri, lo racconta la storia. Capiamo che gli sforzi che la proprietà sta facendo per migliorare sempre più siano importanti, e di questo ne abbiamo sempre reso merito al presidente e ai suoi collaboratori, e quindi può essere comprensibile una certa delusione per una campagna che a qualche giorno dell’inizio dell’esordio casalingo in campionato contro il Forlì non pare decollare (i rumors parlano di circa 1.400 abbonamenti sottoscritti). Ma, come dicevamo, così è sempre stato e cosi, per il momento sarà.
Stride anche il confronto che molti fanno con alcune piazze, vedi per esempio Ascoli, che per storia e blasone non possono mai essere paragonate all’Arezzo. Ci sono campionati di A alle spalle che hanno formato una tifoseria, costruendo nel tempo un ampio zoccolo duro che resiste a qualsiasi traversia sportiva. Lo zoccolo duro amaranto è quello di sempre e al netto di tutto è comunque un numero di tifosi importante per squadre di città con la storia simile alla nostra. Non a caso i quasi duemila spettatori paganti della partita di Coppa Italia con il Bra sono un dato importante per un match giocato alle ore 18 di sabato 16 agosto e devono far capire a tutti che il pubblico aretino sta seguendo questa società e crede fortemente in questa squadra. Ma oltre alla storia che parla chiaro, c’è anche un’attualità che spiega perché molti tifosi siano restii ad abbonarsi.

Per il momento la Lega Pro ha stabilito date e orari delle prime sette partite di campionato. Di queste gli amaranto ne giocheranno quattro in casa: due di venerdì in notturna e due di sabato alle 17.30, la prima delle quali nel giorno che precede la Giostra del Saracino. Giorni e orari delle gare successive verranno poi stabiliti ogni due mesi circa dalla Lega con la possibilità di giocare nelle fasce orarie e nei giorni più svariati. Ecco quindi che chi ha per esempio libera da impegni solo la domenica, non può di certo abbonarsi e correre il rischio di non poter assistere a molte partite. Questo è un esempio ma potremmo farne molti altri per spiegare che questo tipo di calcio non è più a misura di tifoso ma solo ed esclusivamente a misura delle televisioni a pagamento che trasmettono le gare.
Non ci possiamo quindi lamentare se quello che una volta era il primo cliente di una società calcistica e oggi è considerato poco o nulla, non si comporta come vorremmo. Così facendo il tifoso si allontana sempre più dagli stadi e la cosa ormai è acclarata da tempo senza che nessuno nel mondo del calcio si ponga qualche domanda e cerchi qualche soluzione al problema. Anche i prezzi, soprattutto di alcuni settori, non aiutano a far andare a gonfie vele la campagna abbonamenti e la mancanza di alcune agevolazioni, pensiamo per esempio a pacchetti famiglia, non spingono all’acquisto. Ma questa è un’altra storia che potrà sempre essere migliorata nel futuro. E comunque, notizia fresca di giornata, la campagna abbonamenti è stata prorogata fino al 6 settembre: sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento con un rateo ridotto a 17 gare. Alla fine, specie in caso di buon esordio, non andremo troppo lontani dalla fatidica soglia dei duemila abbonati.