Dal 2-1 di Chiavari del 13 aprile al 2-1 di Livorno di sabato scorso: nel derby è mancato lo spirito giusto ed è arrivata una sconfitta che non va drammatizzata ma nemmeno sottovalutata. Al di là degli episodi e delle revisioni arbitrali al monitor che non convincono nessuno, c’è qualche giocatore in flessione di rendimento, anche se la differenza la farà la capacità di reazione: dopo lo 0-1 con il Guidonia, per esempio, arrivarono 5 successi di fila. Il 2 gennaio aprirà la campagna trasferimenti: possibili un paio di innesti
OTTO MESI DOPO – L’imbattibilità esterna dell’Arezzo è caduta alla nona trasferta stagionale. La sconfitta fuori casa non capitava dal 13 aprile (2-1 per l’Entella a Chiavari) e non se ne sentiva la mancanza. Al di là degli episodi, che quest’anno quasi sempre hanno girato bene e sabato no, il Livorno non ha rubato i tre punti. Più cattivo, più battagliero, a immagine e somiglianza del suo allenatore che, da quando è subentrato, in 4 giornate ha raccolto 8 punti senza perdere mai. L’Arezzo per prevalere avrebbe dovuto metterci lo stesso spirito, invece sotto questo aspetto è mancato. E si sa che in C, se abbassi la “garra”, rischi con tutti. Prima o poi doveva succedere di toppare l’interpretazione agonistica, è capitato all’Ardenza. Amen.
REVISIONE DI COSA? – Aggiornamento numeri sull’Fvs. Nelle 17 partite giocate dall’Arezzo, la revisione al monitor è stata chiamata 40 volte (21 da Bucchi e 19 dai tecnici avversari) e soltanto in 5 circostanze ha spinto l’arbitro di turno a modificare la propria scelta. Sono rimaste intatte anche alcune decisioni clamorose, come il gol del raddoppio convalidato sabato al Livorno nonostante un fuorigioco palese di Noce, autore del colpo di testa decisivo. Non c’è da fare vittimismi né perdere il bandolo della matassa: l’Fvs funziona malino e continua a dilatare i dubbi più che dispensare certezze. Ma funziona malino per tutti, tant’è che pure il Livorno recrimina per un paio di espulsioni invocate e non comminate. Però Orsato dice che adesso gli allenatori, impegnati a capire se presentare la card oppure no, non protestano più e quindi è tutto ok. Avanti con il finto Var.
FIDUCIA – In un campionato ci sta qualche passaggio a vuoto, non si può pensare di procedere a mille all’ora da fine agosto a fine aprile. Perfino l’Arezzo di Somma, che rappresenta un buon parametro di riferimento per la corsa alla B, qualche punticino qua e là lo lasciò indietro. Dopo 17 giornate aveva 42 punti contro i 41 (sul campo) di oggi. Siamo lì. Il dettaglio determinante non è non perdere mai ma reagire nel modo giusto alle sconfitte. Dopo lo 0-1 con il Guidonia, l’Arezzo conquistò 15 punti nelle successive 5 giornate. Magari non succederà di nuovo ma la squadra merita fiducia. Poi il campo parlerà.
FLESSIONE E DIIVIETI – E’ pur vero che a Tavernelli, da qualche tempo, manca il guizzo e manca pure il gol (l’ultimo è del 19 ottobre a Ravenna). Che Chierico, l’unico sempre titolare da inizio campionato, ha perso un po’ di smalto. Che Guccione non sempre trova le chiavi per far girare la squadra, senza contare che da quando gioca play non ha più segnato: ultima rete il 27 gennaio al Pontedera. E, non sembri una bestemmia, perfino Pattarello ultimamente ha firmato prestazioni al di sotto dei suoi standard, seppur impreziosite da gol decisivi. Quindi è una sconfitta, quella di Livorno, che non va drammatizzata ma nemmeno sottovalutata. Con un ultimo dato: le uniche tre gare esterne che l’Arezzo non ha vinto sono quelle che le varie prefetture hanno vietato ai tifosi. Un caso? Forse sì ma in tanti pensano di no.
CAMPAGNA ACQUISTI – Dal 2 gennaio al 2 febbraio sarà calcio mercato. L’Arezzo non ha grandi movimenti da fare e Bucchi è stato molto chiaro sul punto, anche se qualche aggiustamento in corsa è probabile. Dell’Aquila è destinato a salutare, Meli ha un punto interrogativo accanto visto che finora è stato utilizzato pochissimo e poco ha convinto. Poi dipenderà dalle garanzie fisiche che potrà dare Dezi, che Bucchi considera elemento di prim’ordine. E magari anche dallo stato d’animo di Trombini, fin qui titolare solo una volta in campionato. Tutto ciò, salvo scenari diversi e imprevedibili in entrata e in uscita. Perché il mercato, si sa, è il carpe diem per eccellenza.












