il presidente Daniele Farsetti

Domani l’assemblea di fine mandato del comitato. Intervista al presidente: “Bilancio positivo, ci siamo accreditati come soggetto serio, credibile e in grado di rappresentare le istanze della gente. Ottimo rapporto con la famiglia Manzo ma la distanza tra società e base popolare deve essere ridotta. La nuova sede in curva sud un salto di qualità per noi. Mi auguro che i soci si assumano l’onere e l’onore di far parte del direttivo e rinnovare le varie cariche, compresa la mia”

E’ convocata per domani, giovedì 8 ottobre, l’assemblea di fine mandato di Orgoglio Amaranto. All’ordine del giorno ci saranno anche le imminenti elezioni per il rinnovo delle cariche, che si terranno sabato 8 novembre. Il comitato ha caldeggiato la presenza di tutti i soci, in particolare di coloro che volessero assumere un ruolo all’interno del direttivo. L’assemblea, difatti, è indetta anche per raccogliere eventuali candidature. L’appuntamento è fissato per le ore 21.15 nella sede in curva sud. Questa l’intervista con il presidente Daniele Farsetti.

Sta per arrivare a scadenza il mandato del presidente e del direttivo: quale bilancio si può tracciare?

Dal mio punto di vista è un bilancio positivo, sia per partecipazione che per rilevanza acquisita. La nostra associazione ha saputo accreditarsi nel territorio come soggetto serio e realmente capace di portare a compimento gli scopi di salvaguardia e tutela dell’identità aretina al mutare delle proprietà societarie e della loro configurazione, ma anche di referente per dare voce alle istanze dei tifosi, tutti, circa la governance del nostro club. In questo contesto come membri della comunità locale, mentre troppo spesso i tifosi vengono descritti con lenti distorte e immerse nel pregiudizio, abbiamo cercato di svolgere anche un ruolo sociale attivo, sostenendo e supportando varie associazioni di volontariato. In definitiva, ed è lo scopo che sento personalmente più vicino alle mie corde, cerchiamo di sviluppare l’appartenenza e l’amore per la nostra terra che, nel nostro caso, si esplica nel tifo e nel sostegno incondizionato per la maglia amaranto.

C’è un progetto che è rimasto nel cassetto e che vorreste realizzare nel prossimo futuro?

Con la famiglia Manzo c’è un ottimo rapporto di collaborazione, a loro va il nostro ringraziamento non solo per lo sforzo economico che stanno mettendo in campo ma anche per la progettualità che lo sostiene. Proprio in questo ambito, lo abbiamo annunciato nei mesi scorsi, quello che sarà necessario fare è ridurre la distanza tra chi gestisce il club e la voce dei tifosi. Oggi tutto questo è mediato dal consiglio direttivo di Orgoglio Amaranto, mentre per il futuro sarebbe bello che la base associativa dei soci potesse avere un ruolo più attivo e presente. E’ un progetto rimasto un po’ indietro rispetto alle tante attività svolte, lo svilupperemo.

l’ultimo evento organizzato da OA con una grande partecipazione

C’è invece un progetto realizzato che ha consentito di compiere un salto di qualità per il comitato?

A mio giudizio la sede completamente rinnovata in curva sud è stata, in questo biennio, l’operazione più complessa ma anche quella che ha dato maggiore impulso alla nostra realtà associativa. Un luogo dignitoso e comodo, realmente fruibile, dove potere vivere e respirare l’aria dello stadio e della maglia amaranto ogni giorno della settimana, contribuendo sensibilmente a creare quello spirito di appartenenza che citavo prima.

Cosa serve a OA per consolidare il suo ruolo all’interno del calcio aretino?

Serve che sempre più tifosi si avvicinino alla nostra realtà ma soprattutto che ne divengano parte attiva per renderla sempre più viva e ricca di idee, favorendo un ricambio continuo di prospettive e di persone. E’ banale dirlo ma una buona cosa sostenuta da pochi probabilmente rimarrà utopia mentre rendere unica la voce di tanti può portare a risultati insperati e, forse, noi ne siamo l’esempio.

Quali sfide si troverà davanti il nuovo direttivo e da chi dovrebbe essere composto?

La sfida sarà sempre quella: in un mondo del calcio sempre più malato e votato al business, ai dettami economici e finanziari, vogliamo riportare al centro i valori etici, umani e sociali di chi vive questo sport con gioia e infinito amore, cioè i tifosi, ricordando ai “padroni del vapore” che quando avranno reso arido anche l’ultimo pozzo della passione popolare si ritroveranno in mano una scatola vuota priva di contenuti. In questo contesto appaiono ancora più importanti associazioni come Orgoglio Amaranto che fanno della democrazia assoluta la loro forma di governo. L’assemblea di domani e le prossime elezioni dell’8 novembre sanciranno un atto fondamentale della vita associativa del comitato. Quello che mi auguro è che ci sia una grande disponibilità dei soci ad assumersi l’onere e l’onore di far parte del direttivo e rinnovare le varie cariche sociali, la mia compresa che, dopo il secondo mandato, è giusto che debba essere rinnovata.