Sciarpata degli ascolani sulle note di “Un’avventura” prima dell’inizio. I 565 aretini con pezze, bandiere, bomboni e canti incessanti. Sfottò ma anche un applauso comune che ha unito le due tifoserie. Alla fine, mentre gli aretini lasciavano lo stadio, è partito il coro “salutate la capolista”

Colpaccio al Del Duca a distanza di 26 anni dall’ultima volta, Pattarello e Chierico come Antonioli e Rinino, Bucchi come Cosmi, il 23 novembre 2025 come il 23 dicembre 1999. E’ stata una giornata di grande calcio ad Ascoli, con 10.794 spettatori sugli spalti, 565 dei quali nel settore ospiti. Sostenitori bianconeri e amaranto erano praticamente gomito a gomito nella curva nord, visto che la sud è stata demolita ed è in ricostruzione. Non sono mancati gli sfottò e i cori contro ma in due occasioni un lungo applauso ha unito le frange rivali: è successo quando gli ascolani hanno ricordato due persone che non ci sono più.

Calorosi come da tradizione i tifosi ascolani, che prima del via hanno esibito una sciarpata sulle note di “Un’avventura” di Lucio Battisti, coinvolgendo pure la gradinata. Uno spettacolo coreografico molto partecipato che si è ripetuto a fine match nonostante la sconfitta.

Gli aretini, entrati sugli spalti a ridosso del fischio d’inizio, non sono stati a guardare: tutte le pezze appese alla balconata, bandieroni e due aste in bella mostra, canti senza sosta fino ai minuti di recupero e due autentici boati in occasione delle segnature di Pattarello e Chierico. Lanciati sulla pista di atletica alcuni bomboni e una torcia che è rotolata dentro il terreno di gioco.

Dopo il saluto della squadra, corsa a festeggiare davanti al settore, i 565 hanno ripreso la via di casa. Come sempre, non è mancato il classico “chi non salta è un perugino”, stavolta accompagnato da un convinto e potente “salutate la capolista”.