Quest’anno al Picchi è stato imposto il divieto a tre tifoserie. Intanto l’Ascoli ha scampato la chiusura della curva: per i cori razzisti contro i giocatori del Ravenna, il giudice sportivo ha inflitto un’ammenda di 3mila euro al club

L’altalena sfibrante delle determinazioni dell’Osservatorio va avanti. Dopo le trasferte riservate ai tesserati di Rimini e Ravenna, quelle vietate di Terni e Perugia, e quella libera, senza prescrizione alcuna, di Ascoli, adesso si profilano novità poco buone per i tifosi dell’Arezzo. La partita di Livorno di sabato 6 dicembre (ore 14.30) è stata infatti inserita tra quelle con profili di rischio e rinviata alle valutazioni del Casms, per l’individuazione di adeguate misure di rigore: una procedura seguita proprio per le gare esterne contro Ternana e Perugia, che poi si disputarono con il settore ospiti vuoto. La Lega e la società labronica sono state invitate a non mettere in vendita i tagliandi.

Quest’anno al Picchi è stato imposto il divieto di trasferta per le tifoserie di Ascoli, Forlì e Ravenna e ai livornesi verrà impedito di seguire la squadra a Gubbio. Va anche messo in evidenza che l’Arezzo a Livorno ci ha giocato due volte recentemente, nell’autunno 2022 in Coppa Italia e nell’aprile 2023 nel campionato di serie D: in quest’ultima circostanza si spostarono circa 400 aretini e non vi furono problemi di ordine pubblico.

Intanto stamani il giudice sportivo ha inflitto un’ammenda di 3mila euro all’Ascoli dopo i cori razzisti di un piccolo gruppo di supporters sistemati nel settore ospiti di Ravenna, al termine della gara vinta dai giallorossi 1-0, nei confronti di Anacoura, Tenkorang e Okaka. Il club rischiava la chiusura della curva, ipotesi che si era paventata addirittura per la partita di domenica scorsa con l’Arezzo, mentre invece il giudice ha rilevato “che il numero di circa quaranta sostenitori integra una percentuale alquanto ridotta rispetto ai seicento originariamente presenti nel settore ospiti. Da altra parte, osserva che i cori e gli insulti sono stati intonati e proferiti quando tutta la rimanente parte di pubblico era defluita, la gara era terminata e i giocatori della squadra di casa stavano effettuando esercizi di defaticamento, come emerge, univocamente, dagli elementi probatori agli atti”.

Decreti, determinazioni, divieti per tutti. Andare a tifare in trasferta è diventato un lusso