La pioggia di sabato ha fatto passare in secondo piano le scelte tecniche del mister, con la difesa cambiata per tre quarti e Damiani in panchina per fare posto a Bianchi. Ma l’allenatore ha la necessità di tenere sulla corda un organico d’alto livello

La pioggia di sabato ha fatto passare in secondo piano le scelte tecniche di mister Indiani, che aveva schierato in campo una formazione a sorpresa: tre quarti di difesa cambiati rispetto alle giornate precedenti e Damiani in panchina per fare posto a Bianchi. Quattro undicesimi non sono pochi, specie per chi si trova a punteggio pieno in classifica.

Eppure il mister lo aveva detto alla vigilia che in questa rosa è difficile escludere qualcuno e che al motto “squadra che vince non si cambia” non ci ha mai creduto. Dunque al turnover, anche consistente, bisognerà abituarsi a costo di correre qualche rischio, con la tribuna che via via può toccare a chiunque.

Polvani e Bruni, inseriti tra i titolari contro il Terranuova, quest’anno non hanno giocato insieme nemmeno un minuto, nemmeno in amichevole. E certi automatismi di campo si affinano proprio in partita oltre che in allenamento. Ma Indiani conosce bene i suoi giocatori, molti li ha già diretti in passato, e di rischiare qualcosa non ha mai avuto paura.

“Una buona prestazione nell’ultima partita non è garanzia di essere titolare nella prossima. I ragazzi si stanno allenando bene e per scegliere chi mandare in campo, potrei anche tirare in aria la monetina. Tanto sono sicuro che ogni opzione sarebbe quella giusta” ha detto venerdì scorso il tecnico amaranto, dando seguito alle parole con i fatti.

Stando così le cose, è probabile che mercoledì l’Arezzo giochi a carte scoperte e torni dentro con gli stessi uomini: Pericolini, Polvani, Bruni e Zona davanti a Trombini; Settembrini, Castiglia e Bianchi a metà campo; Pattarello, Diallo e Convitto in attacco.

Al di là di Zona, il cui valore è noto, è interessante da un punto di vista tattico la scelta di schierare Bianchi da interno e non da play, ruolo in cui sta crescendo Castiglia. L’ex Sestri Levante è un regista nato ma Indiani, evidentemente, vuole testarne l’attitudine a giocare in una posizione differente, in cui può comunque mettere a frutto l’abilità nel palleggio.

C’è poi la necessità, da parte del mister, di tenere tutti sulla corda in un organico di alto profilo e in cui la concorrenza per un posto è agguerrita. Chi se lo merita, gioca, nella convinzione che i risultati possano restare quelli sperati. Il dg Paolo Giovannini l’aveva anticipato in tempi non sospetti: “Il segreto per vincere è avere una rosa con ventidue titolari e zero malumori”. Indiani, e questo non stupisce, è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine