l'Arezzo del 55-56 (foto tratta da "Una vita in amaranto" di Mario Pinella Rossi)

Vincendo contro il Seravezza, gli amaranto eguaglierebbero la striscia della squadra di Andrei, che giocava in Promozione e stravinse il campionato a suon di gol e primati. Un successo conquistato mentre in città c’era ancora il passaggio a livello in via Veneto, con le sbarre abbassate anche 17 ore al giorno. E in Casentino nasceva la stazione sciistica della Burraia

Domenica l’Arezzo ha la possibilità di eguagliare un record storico che resiste da 67 anni, quello delle vittorie iniziali consecutive. Nel secolo di vita del club, la striscia più lunga l’ha firmata la squadra di mister Giuseppe Andrei, che tra il 9 ottobre e il 13 novembre 1955 batté nell’ordine Pro Firenze in casa (3-1), Galluzzo fuori (3-1), Pontassieve in casa (3-1), Antella in trasferta (1-0), Vaianese al vecchio stadio Mancini (9-1) e Fortis Juventus a Borgo San Lorenzo (2-0). Poi venne fermata sullo 0-0 interno dalla Sangiovannese.

L’Arezzo all’epoca giocava nel torneo di Promozione e a maggio festeggiò l’approdo in quarta serie, al termine di una stagione da primato. Gli amaranto vinsero 28 partite su 30 (più un pari e una sconfitta), segnarono 90 gol (14 al passivo) e nel girone di ritorno inanellarono 15 successi su 15 (sequenza più lunga di sempre).

In rosa c’erano giocatori di livello per l’epoca e la categoria: da Mario Cati (24 gol) a Miro Scatizzi (21 gol), da Francesco Magi (18 gol) al portiere Mario Rossi, che prese il posto al collega Costanzi nella seconda metà di stagione. Proprio “Pinella”, nel suo libro di appunti “Una vita in amaranto”, ricorda alcuni crocevia dell’annata: la fusione estiva tra Fulgor e Us Arezzo e lo splendido rapporto con l’allenatore Andrei, la prospettiva personale di diventare un calciatore professionista (ed evitare di finire nella falegnameria di famiglia) e l’importanza di una figura carismatica come quella di Giuseppe Peruzzi, presidente amaranto nonché vicesindaco, definito un uomo dal carattere schivo ma deciso, che rilanciò il calcio in città per poi cedere il testimone a Simeone Golia.

Un’altra epoca decisamente, basti pensare che a gennaio del 1955, come ricorda Pinella, era stata inaugurata la Burraia, il rifugio casentinese con piste e impianti da sci. E che in via Veneto c’era ancora il passaggio a livello della ferrovia, con le sbarre che restavano abbassate anche 17 ore al giorno, causando disagi al transito.

Eppure, nonostante tutto, il record di quella squadra è ancora attuale. E domenica contro il Seravezza, gli amaranto avranno l’opportunità di riscrivere la storia.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine