Indiani, Vettori e Nannizzi in allenamento

Il match analyst Nannizzi ha messo in evidenza un dato per certi versi clamoroso riguardo l’ultima gara di campionato. Lo staff lavora su ritmo e velocità di palleggio per scardinare le difese avversarie, aspettando qualche gol in più dagli attaccanti

“Contro il Ponsacco abbiamo registrato uno dei dati più bassi riguardo il gioco effettivo: 26 minuti totali, circa 13 per tempo. E’ una difficoltà ulteriore con cui ci siamo dovuti misurare e che sicuramente si riproporrà anche in futuro”.

Lorenzo Nannizzi, match analyst dell’Arezzo, ne ha parlato ieri durante la puntata di Amaranto Social Club, aggiungendo un ulteriore, prezioso dettaglio per comprendere lo sviluppo dell’ultima gara. Gioco spezzettato, interruzioni continue, falli e falletti hanno rappresentato una zavorra che alla fine ha pesato sul risultato.

Nulla di nuovo sotto il sole: era successo in passato, succederà anche più avanti che gli avversari adotteranno una tattica ostruzionistica per inibire le bocche da fuoco amaranto. E lo faranno legittimamente, com’è ovvio che sia. Resta il fatto che Indiani e il suo staff devono trovare soluzioni efficaci per aggirare l’ostacolo, anche se 26 minuti su 100 di partita (compreso il recupero di primo e secondo tempo di domenica) sono pochissimi, un quarto appena del totale.

Una delle armi da utilizzare riguarda il ritmo da imprimere alle gare, aspetto su cui la squadra sta lavorando sodo fin dall’estate. Correre tanto, correre bene, muovere velocemente il pallone aiuta ad aprire le difese e a costruire occasioni, che poi però vanno sfruttate. Nell’ultimo mese proprio questo è stato il difetto: tante situazioni pericolose e solo 2 gol segnati.

L’impressione, sempre più nitida, è che Boubacar e Diallo abbiano bisogno di spazi per sprigionare la loro potenza. E invece, tranne rare eccezioni, gli avversari all’Arezzo non concedono né campo aperto né profondità. Per i due centravanti quindi diventa complicato lasciare il segno dentro aree di rigore super affollate, pur tenendo presente che molto influisce la testa. E l’esperienza insegna che un attaccante, dopo essersi sbloccato, può diventare un altro giocatore.

Nell’inizio di settimana gli amaranto si sono allenati forte, proprio per affinare brillantezza di gambe e cervello. Castello e Livorno sono squadre che non amano le barricate ma che propongono gioco. Quest’attitudine può creare delle difficoltà ma potrebbe pure non essere uno svantaggio. Il campo dirà.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine