il settore ospiti di Viterbo nei playoff del 2019

Dodici mesi orsono l’Arezzo perdeva malamente la semifinale playoff del girone, in un clima avvelenato dalle polemiche. Quattro anni fa, proprio oggi, gli amaranto espugnavano Viterbo nei playoff per la serie B. Corsi e ricorsi storici di un’altalena vissuta spesso in passato. E che adesso potrebbe lasciare spazio a una stabilità raramente sperimentata prima

Un anno fa l’Arezzo perdeva 2-0 in casa contro il Gavorrano, nella semifinale playoff del girone, e chiudeva malamente una stagione disgraziata in serie D. Giovannini era appena arrivato, anche se il suo incarico sarebbe stato ufficializzato di lì a dieci giorni, Manzo era ancora nel mirino dei contestatori (per quanto il clima si fosse rasserenato rispetto all’inverno) e la squadra era in procinto di essere rifondata integralmente.

Quattro anni fa l’Arezzo vinceva 2-0 a Viterbo e guadagnava in pompa magna l’accesso ai playoff per la serie B. I gol di Belloni e Pelagatti, davanti a centinaia di tifosi aretini al “Rocchi”, furono benzina sul fuoco di un entusiasmo crescente, che pochi giorni più tardi portò 9.500 spettatori al Comunale per il derby contro il Pisa. Alla fine passarono i nerazzurri (che poi salirono di categoria) ma quello resta il punto più alto toccato nell’ultimo periodo.

Ieri l’Arezzo ha perso 3-1 a Pineto una partita che contava sì per l’accesso alla semifinale della poule scudetto, ma che rappresentava un’appendice in confronto al ben più importante traguardo della promozione in serie C, conquistata il 16 aprile con tre turni d’anticipo rispetto al termine della stagione e con 10 punti di vantaggio sulla seconda. Non a caso, in quest’anno del centenario, la piazza ha ritrovato fiducia e speranza per il domani.

I corsi e ricorsi storici aiutano a ricostruire un passato vissuto troppo spesso sull’altalena. La serie C, il sogno della serie B, la retrocessione in serie D, tutto in poco tempo e con esiti cruenti. Sta proprio qui la vera novità di questi giorni, nella convinzione che stavolta è possibile inaugurare un nuovo modus operandi e traghettare l’Arezzo verso una stabilità raramente sperimentata prima. E’ questo il lascito più importante della stagione che si è chiusa ieri, perché le sconfitte non sono tutte uguali.