Il centravanti ha postato una storia su Instagram per ribadire il suo impegno nel voler migliorare il rendimento in campo. Finora per lui in stagione 2 gol, un assist, 2 rigori guadagnati e qualche prestazione al di sotto delle attese. “Tutto questo mi aiuta a imparare di più”

Prestazioni non sempre al top, anche se l’impegno non è mai mancato, aspettative alte, le pressioni di una piazza esigente che ambisce alla promozione, le necessità di una squadra forte che sta inaspettatamente facendo fatica a trovare la via della rete con continuità. Cherif Diallo, liberiano, 25 anni, finora ha messo la firma su 2 gol che sono serviti a sbloccare il risultato (in casa della Sangiovannese e del Città di Castello), su un assist contro il Gavorrano (gol di Convitto per il definitivo 2-1) e si è procurato due rigori contro Ponsacco e Livorno (uno sbagliato, uno trasformato sulla respinta, sempre da Settembrini).

Potenza fisica nel corpo a corpo, velocità nell’allungo (come testimonia lo scatto con cui si è procurato il penalty domenica), capacità di fraseggiare con i compagni sono alcune delle qualità di Diallo, reduce da una stagione in doppia cifra al Derthona. E però, dentro questo avvio di campionato, ci sono anche alcune partite fuori dal gioco, quasi che i meccanismi della squadra non lo valorizzassero appieno o che lui facesse fatica a entrarci dentro. In altre circostanze invece Indiani gli ha preferito Boubacar.

Ma Diallo non è uno che si abbatte facilmente. In estate raccontò in sala stampa la sua vicenda personale, testimoniando quanto è stata dura la strada da percorrere per arrivare a una vita “normale”, in Italia, giocando a calcio. “Lo chiamavamo il viaggio dell’inferno” raccontò per ricordare la traversata sul barcone dall’Africa alle nostre coste. “Per procurarmi i soldi necessari a salpare, ho dovuto spostarmi tra Mali e Niger, Algeria e Libia. Ho fatto il muratore e il contadino. Sono stato in prigione e ho temuto di non uscirne vivo. Due anni lunghissimi. Ho avuto paura tante volte e se l’ultimo tentativo non fosse andato a buon fine, mi sarei gettato nel mare. Indietro non sarei tornato mai”.

E’ a questo che si riferisce Cherif nella storia di Instagram postata oggi, un monito a se stesso e a chi gli sta intorno: “Fallirò 10 volte ma mi sveglierò 20 volte e continuerò a provare e provare, perché la lotta fa parte della mia storia e mi aiuta a imparare di più”.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine