l'under 16 amaranto

L’allenatore degli Allievi regionali Elite dell’Arezzo commenta l’ottimo avvio dei suoi ragazzi, secondi in classifica a un solo punto dalla capolista Armando Picchi e con una rosa di ragazzi forti che potranno ritagliarsi uno spazio importante nei prossimi anni. “Felice di far parte della famiglia amaranto, spero di portare gran parte della rosa a un livello superiore”

Gli Under 16 di Fabio Pallari sono una delle big del proprio girone. Infatti, con 7 vittorie in 11 partite (più 2 sconfitte e 2 pareggi) i piccoli amaranto sono secondi in classifica a -1 dalla vetta, occupata dall’Armando Picchi, nonostante il brutto ko dell’ultima giornata contro lo Sporting Cecina. L’allenatore sta riuscendo a trasmettere i concetti di un calcio offensivo e ben giocato alla sua squadra, e la crescita dei singoli è sotto gli occhi di genitori, tifosi e società.

Mister, siete reduci dalla sconfitta di Cecina. Come se la spiega?

Siamo incappati nella classica giornata no, sotto tutti i punti di vista. Gli episodi credo ci abbiano penalizzato più del dovuto, ci hanno annullato un gol assolutamente regolare e sette minuti più tardi eravamo sotto 4-0, francamente difficile da spiegare. Noi non siamo quelli di domenica e sono sicuro che daremo subito una risposta dalla prossima partita, sono curioso di vedere la reazione dei ragazzi a cui faccio comunque un plauso per l’impegno e la volontà che ci stanno mettendo, sono un gruppo fantastico.

Come è nata l’opportunità di allenare l’Under 16?

Dalla chiamata di Giorgio Contu che ha insistito tanto per avermi qui. Dopo anni di prime squadre e una vita a fare l’allenatore, avevo deciso di prendermi una pausa, poi pensandoci attentamente ho deciso che questa sarebbe stata l’occasione giusta per provare una nuova esperienza che mi sta entusiasmando molto. Il mio concetto primario è quello di far crescere l’individuo e in un settore giovanile questo può avvenire con molta serenità: in più non mi manca assolutamente nulla, sto benissimo ad Arezzo e la vetrina amaranto è unica nel suo genere.

In classifica siete ad un solo punto dalla vetta, ci credete?

La classifica è veramente l’ultima cosa che guardiamo, e così deve essere. La crescita del ragazzo viene prima di tutto, sta alle fondamenta del progetto. Voglio vedere i miei calciatori migliorare sempre di più da qui a giugno, sarebbe un successo che vale molto più di un primo posto. E’ ovvio che alla squadra farebbe molto piacere vincere il campionato, ma è altrettanto logico pensare che se lavoreremo bene poi tutto questo arriverà.

Secondo lei a che punto di crescita si trova la sua squadra?

Siamo ad un buonissimo livello, questo è un gruppo con ottime caratteristiche, abbiamo giocatori tecnici e rapidi, fisici e intelligenti. A inizio stagione avevo visto sette/otto ragazzi top su cui lavorare ad uno step superiore, oggi ne vedo già tredici o quattordici pronti per un immediato salto di qualità. Il che non mi stupisce perché stiamo lavorando bene, i ragazzi mi seguono e il gruppo è unito.

Avete tanti profili di qualità in rosa, li vede pronti per una prima squadra in un immediato futuro?

La rosa ha moltissima qualità e io credo che già il prossimo anno un paio dei miei ragazzi potrebbero giocare in serie D, lo dico perché li vivo ogni giorno e al tempo stesso sono stato fra i grandi. Bisogna avere la voglia e il coraggio di puntare sui giovani, se lo meritano e soprattutto non vedo un valido motivo per non farli giocare se sono forti e pronti. Sentire la fiducia sulle proprie spalle è importante per tutti i giocatori di tutte le età, quando vedo un ragazzo che segna e sta facendo bene penso sempre: “chiediamoci il perché”. Forse perché sta giocando, mi rispondo.

Dove ha iniziato ad allenare Pallari?

Ho iniziato ad allenare presto, ormai una ventina di anni fra i campi di Eccellenza, serie D e giovanili. Il mio primo incarico fu a Tegoleto l’anno dopo la partenza di Maurizio Sarri: facevo il vice di Casimirri e allenavo la Juniores. Nel 2004 ho ottenuto il patentino Uefa B e di lì a poco sono diventato responsabile tecnico della Lucchese, prima di passare otto anni a Sangiovanni Valdarno dove mi sono tolto un sacco di soddisfazioni come le vittorie dei campionati e l’aver fatto crescere dei ragazzi che oggi vedo protagonisti in categorie importanti. Spero che pure ad Arezzo possa portare qualcosa di bello ai miei attuali giocatori.