Le vittorie con la Sampdoria e la Roma, i trionfi in Spagna e in Europa con il Valencia, la Nazionale: quella del terzino di Quarata è stata una carriera splendida, cominciata proprio in amaranto. “Ho avuto Boskov e Mazzone, Cuper e Benitez, ma gli allenatori che ricordo con più piacere sono quelli dei miei primi anni: Tonino Duranti, Ercole Talusi, Orazio Lisi, Tiziano Gori. Erano come dei padri”. Ad Amaranto Social Club ha raccontato le soddisfazioni del passato e i progetti per il futuro, dall’investimento nel centro sportivo alla Chiassa alla collaborazione con MolcaWorld: “Ristrutturiamo stadi. Se all’Arezzo interessa, una soluzione per il Comunale ce l’avrei”

Nel suo palmarès ci sono 2 Coppe Italia (una con la Sampdoria e una con la Roma), una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna e due campionati spagnoli con il Valencia. In più una Coppa delle Coppe con la Sampdoria, una Coppa Intertoto, una Coppa Uefa e una Supercoppa europea con il Valencia. E poi due finali di Champions League (sempre con il Valencia) e 18 presenze con la Nazionale, con cui disputò gli Europei del ’96 in Inghilterra.

Amedeo Carboni, classe ’65, nato a Quarata, ha portato il nome di Arezzo in giro per il mondo. E se c’è un merito che gli va riconosciuto, oltre a quelli calcistici, è di non aver mai smarrito l’orgoglio delle origini, come lui stesso ha raccontato nell’intervista rilasciata ad Amaranto Social Club.

Terzino sinistro, falcata potente, piede sensibile, è cresciuto nelle giovanili dell’Arezzo e proprio lì ha conosciuto gli allenatori che lo hanno plasmato. “In carriera ho avuto Boskov e Mazzone, Cuper e Benitez, ma i tecnici che ricordo con più piacere sono quelli dei miei primi anni: Tonino Duranti, Ercole Talusi, Orazio Lisi, Tiziano Gori. Erano come dei padri per noi ragazzi, impossibile dimenticarli”.

Una stagione in prima squadra, nel 1984-85 in serie B, e poi il Bari, l’Empoli, il Parma, fino alla Samp di Vialli e Mancini, alla fascia di capitano con la Roma, alla straordinaria esperienza di Valencia. “Deo” ha vissuto oltre vent’anni da professionista, passando dalla rovesciata di Neri contro il Campobasso all’esordio azzurro con il ct Arrigo Sacchi, dalla salvezza guadagnata con Pinella Rossi in panchina al rigore fallito nella finale Champions di San Siro contro il Bayern, dagli applausi del Comunale ai bagni di folla del “Mestalla”.

Fratello minore di Sergio e Guido, anche lui ex amaranto e oggi allenatore, Amedeo è stato uno dei calciatori aretini più forti di sempre. Oggi vive a Barcellona ma sta meditando il ritorno a casa. Non a caso ha investito nella riqualificazione del centro sportivo della Chiassa, trasformato da piccolo circolo in un impianto moderno, con campi da padel e terreni di gioco per bambini. Inoltre è socio e project manager di MolcaWorld, società che si occupa di marketing e anche di costruzione e ristrutturazione di impianti sportivi.

“Spero con tutto il cuore che l’Arezzo vinca questo campionato e torni in C – ha detto. E spero anche che si creino le condizioni per avere uno stadio nuovo. Se interessa, io una soluzione ce l’avrei”.