l'applauso, ricambiato, della squadra alla sud

L’Ostiamare si è confermata la bestia nera degli amaranto e di Indiani, che contro i laziali non ha mai vinto in carriera. La squadra continua a fare leva su una straordinaria solidità difensiva (20 gol al passivo in tutta la stagione, 3 nelle ultime 9 giornate), mentre davanti i talenti del tridente si accendono a intermittenza. Lo scontro diretto con la Pianese potrebbe mettere la parola fine sulla corsa alla serie C

OSTIAMARE TABU’ – C’è un po’ d’amaro nel pareggio di ieri e non potrebbe che essere così. La striscia si interrompe dopo 8 vittorie di fila e l’Arezzo, sempre in gol per 16 giornate consecutive, stavolta resta a secco. L’ultima gara senza buttarla dentro era stata quella con l’Ostiamare all’andata: forse un caso o forse no. Aggiungiamoci che Indiani contro i laziali non ha mai vinto in carriera e che nell’unico precedente al Comunale era finita di nuovo 0-0: ce n’è abbastanza per parlare di bestia nera. Sperando di non ritrovarsi più.

DUE CONTI – Resta il fatto che la prestazione è stata generosa, volitiva, di cuore, ma anche imprecisa, poco lucida, confusionaria. Indiani è passato dal 433 al 424 per provare a sbullonare la difesa ospite (terza del girone per gol subìti), senza trovare la giocata risolutrice. Amen. Prima o poi doveva capitare ed è capitato nel giovedì pre pasquale. Con una chiosa: 3 punti ieri e uno con la Pianese il 16 aprile non sarebbero bastati per la promozione matematica, un punto ieri e 3 con la Pianese invece basterebbero. Poi sarà quel che sarà.

ASPETTANDO IL 16 APRILE – Al di là delle statistiche, non si può vincere sempre e, soprattutto, le prospettive cambiano zero. Se l’Arezzo batte la Pianese il 16 aprile nello scontro diretto, è matematicamente in serie C. Fosse rimasto a +9 anziché a +7 come oggi, avrebbe comunque dovuto vincere per chiudere la contesa. Dunque non c’è da crucciarsi, solo da preparare bene la prossima, godendoci il momento e vivendo quest’attesa nel modo migliore possibile. La promozione è sempre più vicina, a settembre avremmo tutti firmato uno scenario del genere e certe emozioni bisogna gustarsele fino in fondo, che in cent’anni di storia non ci sono capitate spesso. Avanti con identica, solida, giustificata fiducia.

Pattarello rammaricato dopo un’occasione sfumata

BUNKER AMARANTO – E’ stato detto e scritto altre volte ma il dato è interessante. Se l’Arezzo questo campionato lo vincerà davvero, sarà soprattutto per merito della solidità difensiva. 20 gol al passivo (9 in casa, 11 fuori) in 30 giornate sono pochi. Nessuno ha fatto meglio nel girone. E sono pochissimi i 3 gol incassati nelle ultime 9 giornate, quelle che hanno portato in dote 25 punti su 27 e staccato le inseguitrici. A inizio stagione tutti avrebbero puntato sul reparto d’attacco, invece i campionati, alla fine, li vince (quasi) sempre chi ha il muro più spesso.

TRIDENTE SUI GENERIS – Stiamo per arrivare a fine stagione con un’evidenza acclarata riguardante il reparto offensivo, dove gli esterni vivono di giocate individuali e il centravanti deve arrabattarsi con quel che trova. Bramante e Convitto, Gaddini e Pattarello, per motivi diversi, si accendono e si spengono a intermittenza. Si sbattono tanto, non incidono in proporzione nonostante i mezzi tecnici e a causa dei problemi fisici. Alla fine, udite udite, il più continuo è stato Cantisani, titolare da quattro gare di fila, che bene o male qualche graffio sulla partita lo lascia sempre. Ma lui è arrivato a fine gennaio e fa testo fino a un certo punto. In ogni caso, l’Arezzo è talmente corazzato che alla fine vince lo stesso e quindi passa tutto in cavalleria. Giustamente.