La trasferta di ieri contava zero dal punto di vista sportivo ma aveva un valore simbolico tangibile. L’anno scorso segnò il punto più basso della stagione, con una sconfitta pesantissima (4-0) e i tifosi che abbandonarono il settore ospiti addirittura prima dell’intervallo. Stavolta si sono presentati in 260 nonostante la promozione già in tasca. Dodici mesi dopo, si festeggia la promozione. I tormenti, piano piano, stanno prendendo un’altra forma

Peccato per il gol preso al 91′. Fosse finita 2-1, l’Arezzo avrebbe completato un filotto significativo: 6 punti su 6 contro seconda, terza, quarta e quinta in classifica (Pianese, Poggibonsi, Gavorrano e Flaminia). Ma cambia poco e i numeri restano eclatanti: contro le avversarie che si trovano nella prima metà della graduatoria (cioè fino all’Orvietana nona), gli amaranto non hanno perso una partita, conquistando in totale 42 punti su 48 disponibili (13 vittorie e 3 pareggi). E’ giusto dire che il campionato l’Arezzo l’ha fatto suo grazie agli scontri diretti.

La classifica finale dice che Indiani ha la difesa meno battuta del torneo (30 gol al passivo, anche se 9 sono stati subìti dopo la certezza della promozione), il maggior numero di vittorie (21 contro le 18 della Pianese), la miglior differenza reti (+24 contro il +22 del Poggibonsi), il minor numero di sconfitte (6 contro le 7 di Pianese e Gavorrano). Nonostante gli alti e bassi di cui abbiamo parlato spesso, la squadra è stata la più costante di tutte. E la sgassata a metà del girone di ritorno (9 vittorie e un pareggio) ha spazzato via la concorrenza.

Viti al rinvio contro il Poggibonsi

Riguardo ieri, bene un po’ tutti. Il destino ha voluto che l’ultimo gol di questo biennio in serie D lo segnasse il capitano, un aretino che ha accettato di scendere di categoria per riportare il club fuori dai dilettanti. E c’è riuscito. Solo per il coraggio avuto la scorsa estate, sfidando il “nemo propheta in patria”, Settembrini meriterebbe una medaglia. E’ un’altra congiuntura appagante nell’anno del centenario, con le tessere del mosaico che si stanno incastrando alla perfezione.

La trasferta di Poggibonsi contava zero dal punto di vista sportivo ma aveva un valore simbolico tangibile. L’anno scorso segnò il punto più basso della stagione, con una sconfitta pesantissima (4-0) e i tifosi che abbandonarono il settore ospiti addirittura prima dell’intervallo. Stavolta si sono presentati in 260 nonostante la promozione già in tasca. Non solo. L’8 maggio di un anno fa l’Arezzo perdeva 2-0 alle Badesse, mentre il trenino transitava dietro una delle porte. Dodici mesi dopo, si festeggia la promozione. I tormenti, piano piano, stanno prendendo un’altra forma.

Adesso c’è la poule scudetto: si lotterà più che altro per la gloria e vediamo come va. Si affrontano tutte squadre che hanno già centrato l’obiettivo, reduci da un campionato lungo e prosciugante. Il pronostico è quantomai incerto, anche se il Catania è la squadra favorita a detta di tutti. Però non si sa mai. Magari il 10 giugno ricomincia la festa…