E’ stato uno degli attaccanti più forti passati dal Comunale e il rimpianto è che la maglia dell’Arezzo l’abbia indossata soltanto per una stagione. Nel 2004/05 si lasciò alle spalle goleador come Milito e Tavano, mettendo la firma sulla salvezza per poi salutare e trasferirsi al Catania. “Ho grandi ricordi, personali e di squadra, che mi legano a questa città. La doppietta al Bari fu speciale e piansi negli spogliatoi. Contento della promozione in C, a questa piazza auguro il meglio”
E’ stato uno degli attaccanti più forti passati dal Comunale e il rimpianto è che la maglia dell’Arezzo l’abbia indossata soltanto per una stagione. Gionatha Spinesi, classe ’78, era uno di quei giocatori con il gol nel sangue. Istinto letale, sapeva segnare di destro e di sinistro, di testa e su rigore, in mischia e in velocità.
L’Arezzo lo prese dal Bari nell’estate del 2004, subito dopo la promozione in C. Fu un colpo di mercato che, da solo, fece impennare la campagna abbonamenti. Il “gabbiano” non tradì le attese, andò a bersaglio 22 volte e vinse il titolo di capocannoniere in serie B, lasciandosi alle spalle gente del valore di Diego Milito e Ciccio Tavano.
Con Abbruscato formava una coppia che seppe amalgamarsi bene, anche se entrambi amavano fare la prima punta. Però Elvis era più manovriero, apriva spazi, giocava di sponda, mentre Gionatha mirava al bersaglio grosso ed era un finalizzatore micidiale, che a volte si assentava dal gioco per ricomparire all’improvviso e freddare il portiere di turno.
In quell’annata che valse una salvezza sofferta, conquistata all’ultima giornata contro il Vicenza (3-0, guarda caso con gol di Abbruscato e doppietta di Spinesi), il 24 amaranto mise in mostra tutto il suo talento. E a fine stagione salutò: mister Marino passò al Catania e si portò dietro lui, De Zerbi e Del Core, in cambio di una contropartita economica che non è mai stata quantificata con esattezza.
Oggi Spinesi vive a Napoli, dove gestisce la scuola calcio Montefusco. Martedì scorso ha accompagnato alcuni ragazzini a un provino all’interno del Città di Arezzo e l’occasione è stata buona per una visita al Museo Amaranto.
“E’ stato bello tornare qua – ha detto ad Amaranto Social Club – perché in questo stadio ho vissuto una parentesi importante della mia carriera e perché in città sono stato benissimo. Ho grandi ricordi che mi legano ad Arezzo, sia personali che di squadra. Ancora ho in testa i gol che segnai al Catania, al Modena, al Vicenza. Ma la doppietta al Bari fu speciale per mille motivi e alla fine della partita piansi negli spogliatoi. Sono felice che la società sia tornata in serie C, auguro a questa piazza tutto il meglio”.