Il record dell’ultimo ventennio risale alla stagione di serie B 2006/07 con 1.896 tessere. Bene anche nel 2015/16 con 1.373 grazie all’effetto Moscardelli. L’obiettivo della società, dichiarato dall’ad Selvaggio, è ambizioso ma non impossibile. E oggi parte la campagna

Difficile ma non impossibile. L’obiettivo dichiarato dall’amministratore delegato dell’Arezzo, Sabatino Selvaggio, è quello di arrivare a quota 1.500 abbonamenti. La campagna parte oggi pomeriggio e di sicuro in città l’entusiasmo è palpabile, sulla ali della promozione e di un anno speciale come questo del centenario.

La vittoria del campionato ha avvicinato ai colori amaranto molte nuove leve del tifo e ricreato quel clima denso di aspettative che mancava da un bel po’ di tempo. Ma la storia dell’Arezzo dice che la fidelizzazione del pubblico non è così scontata. Basti pensare che, limitandosi agli anni più recenti, il record risale alla stagione 2006/07, quella dell’ultima serie B, con 1.896 tessere sottoscritte.

L’anno prima, sempre in B, erano state 1.531, quindi di poco superiori all’obiettivo odierno della società. Ma erano altri tempi e la squadra militava in un’altra categoria. Dopo la retrocessione, i tifosi che fecero l’abbonamento in serie C furono 1.036 nel 2007/08, 906 nel 2008/09 e 1.197 nel 2009/10. Poi il club fallì e dovette ricominciare dai dilettanti, con conseguente disaffezione generale.

Successivamente le cose sono migliorate, ma il tetto dei 1.500 abbonati non è stato mai sfondato. Siamo passati dalle 1.100 tessere del 2015/16 alle 1.373 del 2016/17 (con l’effetto Moscardelli), dalle 856 della stagione 2017/18 (quella della battaglia totale) alle 1.194 del 2018/19, chiusa con la sconfitta in semifinale playoff contro il Pisa. L’anno dopo, addirittura, si scese a circa 900, prima che la pandemia svuotasse gli stadi. Per il 2020/21 e 2021/22 la campagna abbonamenti non cominciò nemmeno.

Nello scorso torneo si è raggiunta quota 922 ed è da lì che si ricomincia. “Non fartelo raccontare” è lo slogan scelto dall’Arezzo per invitare i tifosi a dare fiducia a club e squadra. E chissà, forse stavolta ci saranno belle sorprese.