Narciso Terziani

Il 7 agosto 2018 l’Arezzo perdeva il presidente che più di tutti ha saputo conquistare il cuore e l’affetto della tifoseria. Con lui la rinascita del calcio, le vittorie sul campo, lo stadio pieno e il sogno irrealizzato della serie A

Cinque anni senza Narciso Terziani. Il 7 agosto 2018 l’Arezzo perdeva il presidente che più di tutti ha saputo conquistare il cuore e l’affetto della tifoseria, guidando la società in un periodo di rinascita sugellato dalle vittorie in campo e dai bagni di folla allo stadio. Il Comunale era quasi sempre strapieno e la squadra era quasi sempre meritevole di un applauso da parte della gente. La Coppa Italia semipro del 1981, la promozione del 1982, gli anni belli della serie B resteranno per sempre un capitolo tra i più intensi della storia amaranto.

Imprenditore orafo di Pieve a Maiano, Terziani era un uomo dal carattere forte e dall’animo buono. Con il calcio si tolse tante soddisfazioni, portando in città giocatori e allenatori che hanno lasciato un segno indelebile: da Butti a Neri, da Mangoni a Pellicanò, da Tovalieri a Pozza, da Angelillo a Riccomini.

Anche Terziani, come tutti i suoi predecessori e successori, ha dovuto affrontare battaglie e dissensi, dalla contestata cessione di Gritti al Brescia al tanto agognato salto in serie A che non arrivò mai. Alla fine del suo ciclo si concesse una parentesi da presidente del Montevarchi, vincendo la C2. Ma il feeling con Arezzo non si è spezzato mai.

E non a caso i tifosi, nel giorno dell’ultimo saluto, gli scrissero la dedica più bella: “Uno di noi, amaranto nel cuore e nella mente. Ciao presidente”.