Andrea Settembrini, capitano dell'Arezzo

E’ questa la qualità che ha chiesto Indiani, alla vigilia di una partita con 5mila spettatori sugli spalti e contro un avversario che punta alla serie B. I romagnoli hanno il miglior attacco del torneo ma la sfida si deciderà in mezzo al campo. Gli amaranto inseguono la prima vittoria casalinga del campionato

“Ci vuole coraggio” ha detto Indiani e vedremo se la squadra saprà accontentarlo. I favori del pronostico sono tutti per il Cesena, che nelle ultime cinque giornate ha raccolto 15 punti, segnando una media di oltre 3 gol a partita. Costruita per salire in serie B, la squadra di Toscano ha un organico completo in ogni reparto e viaggia sulle ali dell’entusiasmo, grazie a un mix ben assortito di elementi esperti e sbarazzini. E le vittorie della Torres (ancora a punteggio pieno) e del Pescara non consentono indugi ai romagnoli.

L’Arezzo per fare risultato dovrà plasmare una prestazione migliore di tutte quelle confezionate finora, perché la caratura dell’avversario richiede uno sforzo supplementare, un quid in più di attenzione ai dettagli (come spiegato da Foglia dopo la gara di Coppa), di applicazione in fase difensiva e, per l’appunto, di coraggio.

E’ chiaro che, sulla carta, il piano pende dalla parte sbagliata: il Cesena ha il miglior attacco del campionato e l’Arezzo ha sempre preso gol, sia in amichevole che in gare ufficiali. Verrebbe da pensare che ci sarà terreno fertile per Berti, Shpendi e Corazza, i quali sono in un momento di grazia e stanno mettendo a ferro e fuoco le difese avversarie. Ma poi in campo non si sa mai e se è vero che Indiani ha annunciato che non snaturerà la squadra, è vero pure che qualche accorgimento è lecito aspettarselo.

L’Arezzo, ancora a secco di vittorie interne, ultimamente ha sempre giocato con il 433 spurio che diventa 4231, con Settembrini in pressione sul regista altrui, senza trascurare i raid offensivi che sono il suo pane. Probabile che sia così pure stavolta, mentre gli altri due mediani dovranno schermare la difesa. Ci sarà di sicuro spazio per Mawuli, mentre bisognerà capire se l’uomo al suo fianco sarà ancora Bianchi oppure se Indiani, stavolta, andrà ad attingere dall’esperienza di Foglia e/o Castiglia. In piedi anche l’alternativa Damiani.

Il resto della formazione sembra fatto: Renzi, Polvani, Chiosa e Coccia davanti a Trombini; Pattarello, Gucci e Iori a comporre il tridente. Gli amaranto hanno qualche arma da sfruttare: pressione organizzata, ricerca efficace degli esterni d’attacco, folate di qualità e quantità con Pattarello e Iori. I problemi sono venuti a galla quando c’è stato da gestire risultato e partita. Sotto questo aspetto occorre una crescita che però, come tutte le cose, richiede il suo tempo.

L’esperienza insegna, nonostante ciò che si è detto su attacchi e difese (quella del Cesena ha subìto 6 gol), che la sfida si deciderà a centrocampo, nella zona mediana (Toscano si affiderà a Varone e De Rose) e sulle corsie laterali (dove Donnarumma è ancora in forse). Chi riuscirà a prevalere, probabilmente si porterà a casa i tre punti. Ma al di là della tattica, in una sfida da oltre 5mila spettatori sugli spalti, serviranno anche personalità, cuore, gambe. E quel coraggio che farebbe tanto piacere a Indiani.