C’è chi pensa che stiano già suonando tutti i campanelli d’allarme e chi invece è convinto che per una neopromossa sia normale ritrovarsi in questa classifica: a +1 sui playout e a -1 dai playoff. La squadra ha qualcosa da sistemare, tipo i gol che subisce e i gol che non segna. Ma ha pure la possibilità di invertire la rotta a cominciare dalla partita di lunedì con la Spal. La prima vittoria interna darebbe morale a tutto l’ambiente

Otto punti in otto partite. Chi dice pochi, chi dice troppi. Chi dice che suonano già tutti i campanelli d’allarme, chi dice che è normale per una neopromossa trovarsi in questa situazione di classifica. E cioè al quattordicesimo posto, in attesa del recupero tra Lucchese e Juventus Next Gen, un punto sopra la zona play-out ma anche a un punto dai play-off.

Certo, nessuno vuole negare che qualcosa da sistemare ci sia. Ad oggi l’Arezzo ha la seconda peggior difesa del torneo, con 14 reti subite: peggio ha fatto solo il Rimini con 22. Ma va anche detto che gli amaranto non sono l’unica squadra blasonata del girone ad avere avuto un inizio un po’ stentato: otto sono i punti anche di Spal, Ancona, Entella. E l’Arezzo si è già tolto diversi denti, e quindi diversi dolori, avendo già affrontato Cesena, Pescara e Carrarese, ovvero tre delle squadre più attrezzate per il salto in serie B. Certo, tutti sognavamo un campionato di serie C come quello, indimenticabile, di vent’anni fa, da ripescati in quella che era l’allora C1. Ma la verità è probabilmente che l’Arezzo sta soffrendo soprattutto una cosa, ovvero il fatto che mentre in serie D il tasso tecnico degli amaranto era talmente superiore alle avversarie da potersi permettere di sbagliare qualcosa e comunque avere margine per recuperare, in questa categoria nessuno fa sconti e nessuno perdona niente.

Paolo Indiani con il vice Vettori e il match analyst Nannizzi

(Va anche ricordato, a chi avesse la memoria eccessivamente corta, che a fine gennaio 2023 uscivamo sconfitti dal campo del Terranuova Traiana, la Pianese era a +2 con una partita in meno, e questo serve a ricordare che a un certo punto è anche inutile fasciarsi il capo prima di esserselo rotto.)

All’Arezzo, ad oggi, cosa manca? In primo luogo, ovviamente, la tenuta difensiva, lo abbiamo detto. Ma al tempo stesso, serve concretizzare di più una mole di gioco che comunque c’è stata quasi sempre. L’Arezzo è una squadra che crea occasioni da gol, ma come sempre succede nel calcio a tutti i livelli, se non la butti dentro con regolarità fai una fatica tremenda a incasellare punti. Che poi è quello a cui tutto si riduce. Facile, da qui, dire che “bisogna essere più cinici”. Chi scrive non ha la benché minima pretesa di avere qualcosa da insegnare a Paolo Indiani e compagnia, si limita a rilevare che una squadra cinica, lasciando da parte fortuna e sfortuna, avrebbe portato a casa la partita con l’Olbia, quella col Pontedera, avrebbe pareggiato 2-2 a Pescara e i punti sarebbero stati 13: tutta un’altra storia. Ma così non è stato, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

Prima del trittico di partite toste che vedrà gli amaranto affrontare Lucchese, Torres e Perugia una dietro l’altra, l’Arezzo ha sette partite contro squadre con cui può tranquillamente giocarsela. Cominciamo dalla Spal, lunedì sera. Portare a casa la prima vittoria casalinga, contro un avversario tradizionalmente ostico e che ha un passato recente in serie A, darebbe morale a tutto l’ambiente. E conseguentemente, farebbe sgonfiare certi timori che ad oggi sono in parte giustificati e in parte no.