L’Arezzo si è preso i tre punti contro il Gubbio grazie a un finale imprevedibile e all’harakiri degli avversari. Per la prima volta la squadra ha avuto paura di giocare, di osare e nemmeno il cambio modulo aveva sortito effetto. Però gli episodi hanno spostato l’equilibrio e adesso, più che delle rotazioni, ci sarebbe bisogno di qualche certezza in più in formazione. Guccione è l’unico giocatore capace di segnare da subentrato, il portiere si è preso il destino tra le mani. 14 punti dopo 11 giornate fanno 48 punti a fine campionato: vorrebbe dire salvezza e forse anche playoff

EPISODI – All’82’ entra Guccione. All’84’ viene espulso Chierico per proteste, il Gubbio resta in dieci. All’86’ viene espulso Portanova per doppia ammonizione, il Gubbio resta in nove. All’88’ segna Guccione con un tiro cross (più cross che tiro) che scavalca il portiere, carambola sul palo e finisce in rete. Al 95′ l’arbitro fischia la fine. L’Arezzo vince la partita dopo un secondo tempo brutto, timoroso, statico. Il Gubbio la perde dopo aver giocato meglio e fallito un rigore (parato alla grande da Borra). Così va il calcio, che tutto è tranne una scienza esatta.

VENTATA DI FELICITA’ – C’è molto da migliorare nella squadra e i segnali della gara, al di là degli episodi finali, vanno presi seriamente in considerazione, senza nascondere la testa sotto la sabbia della vittoria. Per la prima volta è subentrata la paura di giocare, di farsi dare palla, di osare. L’Arezzo ha quasi sempre prodotto secondi tempi peggiori dei primi, ma qualche scintilla si accendeva. Ieri no e nemmeno il cambio di modulo, dal 433 al 352, aveva dato la scossa sperata. C’è voluto l’harakiri del Gubbio e una folata di libeccio mentre infuriava la buriana per scardinare lo 0-0. Ma non sempre la sorte sarà benigna, è bene tenerlo a mente.

CERCASI CERTEZZE – Indiani qualche difetto ce l’ha ma non gli si può certo muovere l’accusa di farsi condizionare dall’esterno. In molti, da più parti, gli rimproverano di cambiare troppo la formazione, di ricorrere a un turn over eccessivamente profondo e lui prosegue per la sua strada senza indugi. Contro il Gubbio ha schierato sette giocatori nuovi rispetto ad Ancona, pescando a piene mani dalla rosa. E’ vero che si trattava della terza partita in otto giorni, e che quindi c’era la necessità di dosare le energie, ma l’Arezzo adesso ha più bisogno di certezze che di rotazioni. Dalla prossima si gioca una volta alla settimana, forse è giunta l’ora della stabilità. Ma non si sa mai.

Kozak osserva la palla calciata da Guccione finire in gol

ALZATI E SEGNA – Guccione è l’unico giocatore che è stato capace di andare in gol da subentrato. Gli era successo contro l’Olbia (a segno su rigore), gli è capitato nuovamente con il Gubbio. In un calcio in cui le 5 sostituzioni sono un grimaldello affilatissimo per fare risultato, l’assenza di uno spacca partite è penalizzante e la batteria dei trequartisti/attaccanti deve produrre qualcosa in più. A parte Gucci con le sue 5 reti, Pattarello ha segnato una volta sola, Iori idem, Guccione due. Le occasioni, scorrendo il film delle prime undici giornate, non sono mancate. Un po’ di concretezza sì.

PARATONA – In quell’imprevedibile film a puntate che è il calcio, la scena madre stavolta è toccata a Borra. Un rigore parato è tanta roba, se poi capita sullo 0-0 e davanti alla curva, allora diventa un episodio che può farti svoltare. La seconda esperienza in amaranto del portiere finora non è andata come sperato: qualche titubanza inattesa, la panchina, le frasi forti di Indiani dopo la Coppa (seguite dalle scuse due giorni dopo), lo scetticismo che aleggiava nell’aria. Adesso potrebbe cambiare tutto. Di sicuro, con quel tuffo sul tiro di Mercadante è cambiata la partita. E il futuro, molto banalmente, è nelle sue mani.

FINALMENTE – Indiani per la prima volta può godersi la porta inviolata e i 14 punti in classifica, che continuando a questo ritmo diventerebbero 48 a fine stagione, quelli che servono per centrare l’obiettivo salvezza e forse qualcosa in più (l’anno scorso Rimini e Recanatese nel girone B hanno giocato i playoff con 47). Visto come sono andate le cose con il Gubbio, diciamo che l’Arezzo l’ultima vittoria dovrà meritarsela a cominciare dalla trasferta di Pesaro. L’altalena dopo un po’ diventa scomoda.

BILANCIO – E comunque non si può neppure pretendere che una squadra costruita per restare in categoria, faccia gol e non ne prenda e abbia personalità e se la giochi alla pari con chiunque. La coperta non può che essere corta per forza ma funziona così per tutti. Non è che a Pesaro, ad Ancona, a Olbia, a Lucca, a Pontedera, a Gubbio, a Recanati sono esenti da magagne. Bisogna entrare nell’ordine di idee che qualche intoppo ci sarà fino a maggio e occorrerà conviverci. Qualcuno ieri sera ha abbandonato lo stadio dieci minuti prima perché insoddisfatto della prestazione. Magari non aveva torto ma non sa cosa si è perso.